Dal libro del profeta Isaìa
"Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata»."
Dal Vangelo secondo Matteo (6,7-15)
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»."
"Così dice il Signore:
«Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza avere irrigato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
perché dia il seme a chi semina
e il pane a chi mangia,
così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca:
non ritornerà a me senza effetto,
senza aver operato ciò che desidero
e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata»."
Dal Vangelo secondo Matteo (6,7-15)
"In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe»."
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Dal libro del profeta Isaia abbiamo letto: «Come la pioggia e la neve scendono
dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, così sarà della mia
parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver
operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata». Il Signore ha mandato a noi la Parola
attraverso Suo Figlio Cristo Gesù e Gesù è ritornato al Padre dopo che ha
operato ciò che il Padre ha desiderato e ha compiuto, ciò per cui è stato
mandato dal Padre, ma come Cristo, ognuno di noi ha un compito e responsabilità
nel disegno salvifico del Padre. Possiamo dire anche noi che abbiamo compiuto,
operato ciò che Dio desidera, ciò per cui ci ha mandato?
Gesù dice nel Vangelo di oggi: «Pregando, non sprecate parole
come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole», ma non
credo che Gesù parlasse di parole inteso come cose che si dicono, perché Lui
stesso ci ha dimostrato che parlava alle genti, ma questa espressione “a forza
di parole” che dice Gesù, significa qualcosa di vuoto, qualcosa che non viene
dal cuore ma solo dalla bocca, qualcosa che si dice ma non si pensa davvero,
qualcosa che si promette e poi non si mette in pratica. “il Padre vostro sa di
quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate”, ed è proprio così:
Lui ci conosce più di quello che noi ci conosciamo e sa di cosa abbiamo
bisogno, ma quando il Signore Gesù chiede a chi incontra: “cosa vuoi che io
faccia per te?”, è perché vuole che noi siamo consapevoli di quale è la nostra
sofferenza.
Noi spesso ci fermiamo a quelle sofferenze (diciamo così)
dei desideri terreni, invece, Gesù vuole
che noi riconosciamo quelle sofferenze vere che sono nel nostro cuore, che sono
date sì dall’essere cieco, ma non cieco negli occhi, ma cieco nel non vedere la
bellezza del Signore, nel non vedere la Sua strada, muti ma muti perché, come
dice Lui, sono parole vuote quelle che diciamo; Lui vuole che parliamo, ma
parliamo davvero con il cuore, al Signore, ai nostri fratelli, ma anche a noi
stessi; vuole che noi riconosciamo quando siamo storpi, cioè camminiamo male,
male nella vita perché usiamo comportamenti
sbagliati, cadiamo nella tentazione, quindi commettiamo peccato, questo
Lui vuole, Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, ma vuole che anche noi ne
siamo consapevoli e chiediamo a Lui aiuto, chiediamo a Lui di perdonarci.
“Rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo
ai nostri debitori”, Signore, sii misericordioso davanti al nostro peccato,
però, per ricevere misericordia dal Signore dobbiamo essere a nostra volta
misericordiosi, non possiamo sottolineare sempre gli errori degli altri con
giudizio, con critica e pretendere che il Signore ci liberi dai nostri errori e
dai nostri peccati. Infatti Gesù dice: “Se voi infatti perdonerete agli altri
le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi
non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”.
Se noi diciamo: vedi, Signore, io faccio
degli errori, ma è colpa di quello, di quell’altro, delle ferite che mi sono
state causate, significa che noi non perdoniamo e, come fa Lui a
perdonarci? Ma non perché Lui non ci perdoni, ma perché noi non perdoniamo,
questo è il senso. Se noi non riconosciamo il nostro peccato, come facciamo a
chiedere perdono? E come fa Lui ad usare misericordia? Ma per riconoscere il
nostro peccato, noi dobbiamo perdonare l’altro, perché tendiamo a dare sempre
colpa all’altro dei nostri errori, ma se noi lo perdoniamo, riconosciamo sì,
l’errore, ma non ci fermiamo a giudicare, a criticare, a provare rabbia, ecco
che allora lo perdoniamo, lasciamo andare; ma in quel modo lasciamo andare
anche i nostri peccati.
“E se ne andranno questi al supplizio eterno, i giusti
invece, alla vita eterna”. “Chi salirà il monte del Signore? chi ha mani
innocenti e cuore puro”. Gesù, col Padre nostro ci insegna il senso della
comunione, del sentirci fratelli, diciamo: Padre nostro, non Padre mio, dacci
oggi, non dammi oggi, però noi diciamo con la bocca queste parole, ma poi ciò
che viviamo nel cuore …, l’impegno, è questo che chiede il Signore, l’impegno
di mettere in pratica queste parole.
“Sia santificato il Tuo nome”, Signore e “venga il Tuo regno”,
il Tuo regno sia qui come in cielo, così in terra. Anche in terra il Signore
vuole che ci sia la pace e la gioia che c’è nel cielo, che c’è vivendo al Suo
cospetto nella vita eterna, vuole che ci sia anche qui, ma per far questo, deve
essere fatta la Sua volontà; solo così noi gusteremo questa pace, questa
serenità, questa gioia … se facciamo la volontà del Padre.
Signore, Ti chiediamo:
aiutaci a fare la Tua volontà, aiutaci a operare e a compiere ciò che Tu
desideri e ciò per cui Tu ci hai mandato, ciò per cui Tu ci hai chiamato, a
essere Tuoi figli, Tuoi amici, Tuoi operai.
Il Signore ci benedica!