In quel tempo, si
avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per
chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che
questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel
tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il
calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro:
«Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non
sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato». Gli
altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li
chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di
esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare
grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà
vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire,
ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti». (Mt20,20-28)
Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni
Crisostomo, vescovo
Partecipi alla passione di Cristo
I figli di Zebedeo chiedono al Cristo: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10, 37). Cosa risponde il Signore? Per far loro comprendere che nella domanda avanzata non vi è nulla di spirituale e che, se sapessero ciò che chiedono, non lo domanderebbero, risponde: «Non sapete ciò che domandate», cioè non ne conoscete il valore, la grandezza e la dignità, superiori alle stesse potenze celesti. E aggiunge: «Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?» (Mc 10, 38). Voi, sembra dir loro, mi parlate di onori e di dignità; io vi parlo, invece, di lotte e di sudori. Non è questo il tempo dei premi, né la mia gloria si manifesta ora. Il presente è tempo di morte violenta, di guerre e di pericoli.
Osservate quindi come, rispondendo loro con un'altra domanda, li esorti e
li attragga. Non chiede se sono capaci di morire, di versare il loro sangue, ma
domanda: «Potete voi bere il calice» e per animarli aggiunge «che io devo
bere?», in modo da renderli, con la partecipazione alle sue sofferenze, più
coraggiosi. Chiama la sua passione «battesimo» per far capire che tutto il
mondo ne avrebbe ricevuto una grande purificazione. I due discepoli rispondono:
«Possiamo!». Promettono immediatamente, senza sapere ciò che chiedono, con la
speranza che la loro richiesta sia soddisfatta. E Gesù risponde: «Il calice che
io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo
riceverete» (Mc 10, 39). Preannunzia loro grandi beni: Voi, cioè, sarete degni
di subire il martirio e soffrirete con me; finirete la vita con una morte
eroica e parteciperete a questi miei dolori. «Ma sedere però alla mia destra e
alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato
preparato» (Mc 10, 40).
Dopo aver preparato l'animo dei due discepoli e dopo averli fortificati
contro il dolore, allora corregge la loro richiesta. «Gli altri dieci si
sdegnarono con i due fratelli» (Mt 20, 24). Notate come tutti gli apostoli
siano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia
gli altri che hanno invidia di loro. Ma, come ho già detto, osservateli più
tardi, e li vedrete esenti da tutte queste miserie. Giovanni stesso, che ora si
fa avanti anche lui per ambizione, cederà in ogni circostanza il primato a
Pietro, sia nella predicazione, sia nel compiere miracoli, come appare dagli
Atti degli Apostoli. Giacomo, invece, non visse molto tempo dopo questi avvenimenti.
Dopo la Pentecoste infatti sarà tale il suo fervore che, lasciato da parte ogni
interesse terreno, perverrà ad una virtù così elevata da essere ritenuto maturo
di ricevere subito il martirio.
Prega con noi, oggi, Giacomo
il maggiore: “Il Signore ci dia, per Tua intercessione, il Suo santo
amore e timore, la giustizia, la pace e la vittoria su tutti i
nostri nemici visibili ed invisibili. E ci
conceda di poterlo contemplare un giorno nella gloria dei Santi”. Amen.