(Liberamente
tratto da un testo di Roberto Lanza del Centro studi Ce.S.A.M)
Nonostante
quell’esperienza terribile di tre giorni in mare, dopo la conversione della
città di Ninive, non è ancora convinto e si mette lì fuori della città per
vedere come sarebbe andata a finire. Naturalmente lui voleva che la città fosse
distrutta, e fa l’ultimo tentativo per far recedere Dio dal suo disegno di
salvezza. Dio va contro il suo profeta per salvare una città, non gli importa
che il suo profeta faccia o no una bella figura, gli importa che la gente sia
salva. A Dio non importa che i credenti abbiano ragione, a Dio importa che
tutti gli uomini riconoscano che sono figli suoi: e questa è la tragedia dei
credenti. Giona vuole insegnare a Dio, spesso lo facciamo anche noi, noi
saremmo più capaci di Lui a mettere a posto le cose.
Dio o ci perdona tutti o
non perdona nessuno. Allora cominciamo ad essere consapevoli che siamo tutti in
cammino verso una verità più grande. Ci sono due modi di condurre il mondo, la
storia: con la misericordia di Dio o con la giustizia umana. Dio conduce il
mondo con la misericordia, Giona vorrebbe la giustizia, che ha in mente lui. La
missione aveva talmente insuperbito Giona che non capiva più un Dio che voleva
perdonare: non è umano perdonare, non è secondo la logica umana. Dio scusa
l’uomo: "Non sanno quello che è bene e quello che è male". Gesù sulla
croce dirà: "Non sanno quello che fanno". Si può quasi dire che Dio
non sopporta di essere offeso dall’uomo, lo vuole scusare: "Ha agito senza
pensare a ciò che faceva". E qui siamo ancora nell’Antico Testamento.
Se non capiremo fino
in fondo questo modo di agire di Dio, addosseremo a Lui cose tremende che non
gli appartengono: spesso noi non abbiamo annunciato un Dio di questo genere,
misericordioso, paziente, mite; l’amore di Dio si manifesta solamente nel
perdono universale: Dio o ci perdona tutti o non perdona nessuno. Allora
cominciamo ad essere consapevoli che siamo tutti in cammino verso una verità
più grande, se accetto questo, cambia completamente il mio rapporto con chi mi
sta accanto, forse perché anche lui mi porta un annuncio di una verità più
grande di quella che già io posseggo. Giona (Israele) non aveva capito questa
realtà profonda di questa universalità ed è quello che anche noi facciamo
fatica a capire: siamo alla ricerca più di una giustizia che di una
misericordia, e qualche volta la misericordia più difficile è quella da usare
con noi stessi: non ci perdoniamo e non abbiamo misericordia con gli altri
perché non l’abbiamo con noi stessi. Forse anche la nostra vita cambierebbe, ci
convertiremmo a questo modo di agire di Dio e Signore, per diventare più
fratelli tra di noi, donando più luce, più sale alla nostra terra.
domenica 26 giugno
festa di san Giovanni Battista