Philippe de Champaigne 1600
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Discorso 293/C, per la natività di Giovanni Battista di Sant'Agostino
La nascita di
Giovanni e quella di Gesù, e in seguito le loro passioni, hanno rivelato la
differenza che esiste fra di loro. In realtà, Giovanni nacque quando la luce
del giorno entra in declino; Cristo quando la luce del giorno comincia a
crescere. Il diminuire di quello fu un alludere alla decapitazione; la crescita
di Cristo all'esaltazione della croce.
Vi è parimenti
un altro significato, alquanto più riposto, che il Signore dischiude a chi
bussa … riguardo a ciò che Giovanni disse del Cristo: "Bisogna che egli
cresca e che io, invece, diminuisca". Tutto ciò che è proprio della
giustizia umana, fin dove può giungere lo sforzo progressivo dell'uomo, aveva
trovato il suo compimento in Giovanni; certo, di lui la Verità affermò:
"Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista"
(Mt 11,11). Ne segue che nessun uomo può essere più grande di lui: ma egli è
soltanto uomo, Cristo, invece, Dio-uomo. Peraltro, poiché nella grazia di
Cristo questo soprattutto si raccomanda, questo si apprende: che nessuno si
vanti nell'uomo, ma "chi si vanta, si vanti nel Signore" (2 Cor
10,7): l'uomo nel suo Dio, il servo, nel suo Signore. Per questo motivo dice
Giovanni: "Egli deve crescere e io invece diminuire". Dio, certamente,
né diminuisce, né si accresce in se stesso, ma negli uomini; per quanto
avanziamo progredendo nella vera pietà, la grazia divina si accresce,
diminuisce il predominio umano, finché sia portato a quella perfezione il
tempio di Dio, che è in tutte le membra di Cristo, in modo che, soppresso ogni
dominio e potere e forza, Dio sia tutto in tutti (Col 3,11).
Giovanni
l’evangelista dice: “Veniva nel mondo la luce vera quella che illumina ogni
uomo” (1,9). Giovanni il Battista dice: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo
ricevuto” (Gv 1,16). Perciò quando la luce - che di per sé è immutabile nella
sua integrità - è tuttavia in crescita in colui che ne viene illuminato,
questi, quanto a sé, immancabilmente tende a venir meno, poiché viene eliminato
ciò che era al di fuori di Dio. Infatti, senza Dio, l'uomo è capace solo di
peccare: allora diminuisce il predominio umano, quando prevale la grazia
divina, distruttrice dei peccati. La debolezza della creatura si arrende alla
potenza del Creatore, l'autosufficienza dell'amore privato finisce in amore
sociale, proclamando Giovanni, nella nostra miseria, riferendosi alla
misericordia di Cristo: "Bisogna che egli cresca e io, invece,
diminuisca".
Un caro abbraccio