venerdì 24 giugno 2016

"Egli deve crescere e io invece diminuire"



Philippe de Champaigne 1600

Discorso 293/C, per la natività di Giovanni Battista di Sant'Agostino

La nascita di Giovanni e quella di Gesù, e in seguito le loro passioni, hanno rivelato la differenza che esiste fra di loro. In realtà, Giovanni nacque quando la luce del giorno entra in declino; Cristo quando la luce del giorno comincia a crescere. Il diminuire di quello fu un alludere alla decapitazione; la crescita di Cristo all'esaltazione della croce.
Vi è parimenti un altro significato, alquanto più riposto, che il Signore dischiude a chi bussa … riguardo a ciò che Giovanni disse del Cristo: "Bisogna che egli cresca e che io, invece, diminuisca". Tutto ciò che è proprio della giustizia umana, fin dove può giungere lo sforzo progressivo dell'uomo, aveva trovato il suo compimento in Giovanni; certo, di lui la Verità affermò: "Tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista" (Mt 11,11). Ne segue che nessun uomo può essere più grande di lui: ma egli è soltanto uomo, Cristo, invece, Dio-uomo. Peraltro, poiché nella grazia di Cristo questo soprattutto si raccomanda, questo si apprende: che nessuno si vanti nell'uomo, ma "chi si vanta, si vanti nel Signore" (2 Cor 10,7): l'uomo nel suo Dio, il servo, nel suo Signore. Per questo motivo dice Giovanni: "Egli deve crescere e io invece diminuire". Dio, certamente, né diminuisce, né si accresce in se stesso, ma negli uomini; per quanto avanziamo progredendo nella vera pietà, la grazia divina si accresce, diminuisce il predominio umano, finché sia portato a quella perfezione il tempio di Dio, che è in tutte le membra di Cristo, in modo che, soppresso ogni dominio e potere e forza, Dio sia tutto in tutti (Col 3,11).
Giovanni l’evangelista dice: “Veniva nel mondo la luce vera quella che illumina ogni uomo” (1,9). Giovanni il Battista dice: “Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto” (Gv 1,16). Perciò quando la luce - che di per sé è immutabile nella sua integrità - è tuttavia in crescita in colui che ne viene illuminato, questi, quanto a sé, immancabilmente tende a venir meno, poiché viene eliminato ciò che era al di fuori di Dio. Infatti, senza Dio, l'uomo è capace solo di peccare: allora diminuisce il predominio umano, quando prevale la grazia divina, distruttrice dei peccati. La debolezza della creatura si arrende alla potenza del Creatore, l'autosufficienza dell'amore privato finisce in amore sociale, proclamando Giovanni, nella nostra miseria, riferendosi alla misericordia di Cristo: "Bisogna che egli cresca e io, invece, diminuisca".

Un caro abbraccio