C’era una volta un re, che aveva scelto come suo consigliere personale un
vecchio saggio, molto saggio, che tuttavia per i suoi detrattori aveva un grosso
difetto: qualunque cosa succedesse, ripeteva : “tutto quello che Dio ti dà è
per il tuo bene…, tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene…”. Il re
sopportava comunque questo suo difetto, perché dai suoi consigli e dalla sua
saggezza ricavava sempre grandi vantaggi; per questo motivo, non appena il
sovrano usciva dalla reggia, il vecchio saggio seguiva il re ovunque andasse,
ma proprio ovunque.
In un giorno di gran pioggia il re si recò dal barbiere, e terminate le
operazioni di pulizia del volto, il ragazzo di bottega cominciò la manicure.
Mentre stava occupandosi dell’anulare della mano sinistra, vi fu un gran tuono:
il ragazzo ed il re sobbalzarono, e nel trambusto, zac, al sovrano venne
tagliata la falangetta!!
Strepiti, urla
di spavento e di dolore, e la rabbia del re si abbatte’ sul malcapitato
garzone: “In prigione, disgraziato, hai mutilato il tuo re, marcirai in galera
per il resto dei tuoi giorni”; ma il vecchio saggio, rimasto imperturbabile
fino a quel momento, cominciò la sua litania: “tutto quello che Dio ti dà è per
il tuo bene…, tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene…”.; il re al colmo
della rabbia sbottò : ” Basta, mi hai proprio scocciato con queste stupidate,
vecchio pazzo, mi stai prendendo in giro, mi hai sempre ingannato in tutti
questi anni con queste idiozie, fila in prigione anche tu, così potrai
blaterare le tue lagne fino alla fine dei tuoi giorni!!”
Il giorno dopo
il re, per smaltire un po’ di rabbia pensò di andare a caccia: ovviamente da
solo, visto che il vecchio saggio, che fino al giorno prima era la sua ombra,
stava languendo nelle segrete del castello…..Dopo aver un po’ gironzolato nella
giungla, venne catturato da una setta di adoratori della dea Kali,
contentissimi per aver trovato una vittima da sacrificare per la notte del plenilunio.
Il re sbraitò, minacciò , pregò ma non ci fu nulla da fare: a quella gente non
importava ne’ il rango, ne’ il blasone, per loro era semplicemente un uomo da
uccidere sull’altare sacro: per cui lo vestirono con la sacra veste, lo
cosparsero del sacro unguento, lo legarono sull’altare e mentre il capo stava
per affondare nel suo cuore il coltello sacro, si accorse con orrore che alla
vittima designata mancava un pezzettino di dito.
Voi sapete
come, per essere sacrificato, un corpo deve essere perfettamente integro, pena
grandi disgrazie per la comunità tutta, per cui i seguaci lo coprirono
d’insulti e sputi e lo lasciarono nella giungla, seminudo e terrorizzato, ma
vivo!
Ancora
frastornato, il re si avviò verso il castello, e nel tragitto capì: il vecchio
saggio aveva avuto ragione, come al solito; grazie a quell’incidente dal
barbiere, la sua vita era stata risparmiata; cosa importava un piccolo pezzetto
di dito, se paragonato al rischio che aveva corso? Meglio vivo senza un dito
che morto integro, dopotutto!
Arrivato al
castello, andò subito alle prigioni, liberò il garzone e si recò dal vecchio
saggio, che senza scomporsi meditava nella sua cella: entrò , lo abbracciò e
gli disse: ” Amico mio, perdonami, che cieco sono stato, mi han rapito i Thugs,
mi stavano sacrificando, poi hanno visto che mi mancava un pezzo di dito, e mi
hanno lasciato andare: avevi ragione tu, “tutto quello che Dio ti dà è per il
tuo bene…, tutto quello che Dio ti dà è per il tuo bene…”. perdonami, starai sempre al mio fianco, il mio
regno ti appartiene…Però, scusa un momento, ma tu, che ti ho sbattuto in prigione,
umiliato e picchiato, dov’è il bene che Dio t’ha dato in tutto questo?”
Con serenità il
vecchio guardò il suo sovrano e candidamente gli rispose:” Vede Maestà se lei
non m’avesse messo in prigione, io l’avrei accompagnata a caccia, come sempre,
ed a me non manca alcun pezzo di dito…”