“In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a
sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava
loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati
quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché
avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della
giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno
misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori
di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati
voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta
di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è
la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che
furono prima di voi». “ (Mt. 5,1-12)
La lettura breve delle lodi di
questa mattina (Ger. 15,16) dice: “quando le tue parole mi vennero incontro le
divorai con avidità”. Purtroppo non sempre noi divoriamo con avidità la parola
di Dio, anzi a volte chiudiamo le orecchie per non sentirla, la bocca del cuore
per non nutrircene perché disturba un po’, disturba quella quiete apparente
della nostra vita. Quiete apparente perché, continua la lettura: “la Tua parola
fu la gioia e la letizia del mio cuore”. La parola di Dio, quando viene ascoltata, meditata,
assimilata, vissuta, porta gioia e letizia al cuore, ma dobbiamo avere la
forza, il coraggio di ascoltarla e di divorarla con avidità. Noi con avidità, con desiderio, preferiamo
fare altre cose, magari giudichiamo, ci arrabbiamo, invidiamo, invece la parola
del Signore ci porta a vivere le beatitudini:
Beati i poveri in spirito perché
di essi è il regno dei cieli: I poveri in spirito sono coloro che riconoscono
Dio come Padre, Padre di amore, Padre misericordioso che ci aiuta in ogni momento
della nostra vita, non siamo noi Dio, ma se ascoltiamo la parola di Dio
possiamo riprendere in mano la dignità dei figli di Dio, ma senza questa
povertà, senza l’umiltà, il riconoscerci piccoli di fronte a Dio non possiamo
fare molta strada.
Beati quelli che sono nel pianto
perché saranno consolati, ma non è il pianto per le cose del mondo, il pianto nel
scoprirci lontano da Dio, il pianto di vedere altri fratelli nella sofferenza
perché non riescono a sentire l’amore del Padre.
Beati i miti perché avranno in
eredità la terra. La mitezza è il contrario dell’ira, dell’essere sempre sulla
difensiva o essere sempre pronti ad attaccare. Essere miti di cuore, vuol dire
vedere l’altro creatura di Dio e comprendere che in lui c’è una scintilla
divina e va amato, rispettato, consolato, aiutato.
Beati quelli che hanno fame e
sete della giustizia perché saranno saziati, la giustizia di Dio è l’amore.
Beati coloro che hanno fame di questo amore, ma aver fame dell’amore di Dio,
che è la carità, oggi non è così scontato per noi cristiani, perché abbiamo
paura, paura di quell’amore, paura di perdere la propria immagine, la propria
posizione perché l’amore incondizionato, la carità, per chi non ha l’umiltà del
cuore, non è comprensibile e si ha il timore viverla.
Beati i misericordiosi perché
troveranno misericordia. Se noi vogliamo trovare misericordia presso Dio, dobbiamo
avere misericordia per i nostri fratelli e anche per noi stessi. Quanti errori
ci fa fare la mancanza di misericordia! Errori ai quali, a volte, non si può
più rimediare, ma se noi decidiamo di camminare con fede e abbandono sulla
strada del Signore, Gesù ci da l’opportunità di riparare a quegli errori.
Beati i puri di cuore perché
vedranno Dio. La purezza del cuore sta nel vedere o meglio, nel capire la
parola di Dio e nel vedere la vita con i Suoi occhi. La purezza del cuore racchiude
tutto ciò che abbiamo visto prima: essere poveri in spirito, piangere con chi è
nel pianto, essere miti, avere fame e sete di giustizia che è l’amore. Se noi
impariamo a vedere l’altro, la vita, attraverso tutto questo, allora il nostro
cuore sarà puro, perché il nostro muoverci verso l’altro, non sarà dettato da
interesse. La purezza del cuore ci fa
agire nell’amore, nell’umiltà, nella misericordia, nella compassione: “vedranno
Dio”.
Beati gli operatori di pace
perché saranno chiamati figli di Dio. Noi siamo operatori di pace e di
comunione o siamo operatori di discordia e di divisione?
Beati voi quando vi insulteranno,
vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per
causa Mia. A volte nel nostro quotidiano, anche noi riceviamo giudizi e insulti
da qualcuno che non la pensa come noi. Però Gesù ci insegna che se lo vivremo
senza rancore, nel perdono, con misericordia: noi saremo beati! L’importante è:
divorare con avidità la parola di Dio, assimilarla e metterla ogni giorno nelle
nostre azioni. Questo è importante, poi, se qualcuno non comprende e giudica, e
perseguita, e dice male, non ha importanza, l’importante è fare la volontà di
Dio.
E’ guardarsi allo specchio la
sera e dire: “Signore, Ti ho offeso oggi?”
Quando non siamo poveri in spirito,
quando il nostro cuore soffre per le cose del mondo, quando non siamo miti,
quando non abbiamo fame del Suo amore, quando non siamo misericordiosi, quando
non siamo puri di cuore, quando non siamo operatori di pace, allora offendiamo
Dio.
Chiediamo aiuto al Signore di
farci amare la Sua parola, di farcela ascoltare, anche se a volte è dura, anche
se a volte vorremo andare in una direzione diversa perché piegare il capo in
segno di obbedienza e piegare le ginocchia per non essere rigidi nei nostri
modi di pensare, non è sempre facile,
però, se noi vinciamo questa nostra resistenza e impariamo a piegare il capo e
le ginocchia davanti a Dio, Lui ci risolleverà con il dono della gioia e della
letizia del cuore.