"In quel tempo, Gesù entrò di
nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e
stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano
paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in
giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?».
Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per
la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la
sua mano fu guarita. E i farisei
uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo
morire." (Mc. 3,1-6)
Gesù guarisce un uomo che aveva
la mano paralizzata, ma quello che mi colpisce di questo Vangelo è che Gesù
chiede “secondo voi è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male,
salvare una vita o ucciderla?” Essi tacevano.
Gesù interroga ognuno di noi ogni
giorno, chiedendoci se i giorni della nostra vita, il tempo che abbiamo a
disposizione, lo utilizziamo servendo
noi il tempo o ci è chiaro che è il tempo che serve noi? Gesù ci
insegna che non è l’uomo fatto per il sabato, ma il sabato fatto per l’uomo.
Immaginiamoci Gesù che ci chiede:
“secondo voi cosa è giusto fare nel tempo che Dio ha donato ad ognuno di voi,
meglio fare il bene o il male, salvare una vita o ucciderla?” Salvare o uccidere
una vita non si intende solamente fisicamente, ma decidere se aiutare o non
aiutare una persona a perdersi o salvarsi per l’eternità.
“essi tacevano” quante volte
anche noi restiamo in silenzio davanti alla parola del Signore, nel silenzio delle
azioni, non facciamo nulla, siamo indifferenti. E davanti a questo nostro “silenzio”
il Signore è rattristato e indignato.
Tendiamo anche noi la mano al
Signore, chiediamo di guarirci e Lui lo farà, risanerà tutto il nostro essere.
Se Gli chiediamo l’aiuto per guarire la nostra anima, significa che siamo consapevoli
che la nostra anima quando non è con Lui è sofferente, vuol dire che siamo
consapevoli che, per stare veramente bene, dobbiamo camminare con Lui, portatore
di pace di gioia nel nostro cuore e già, con questa consapevolezza, abbiamo
fatto un importante passo verso il nostro ben essere, cioè essere nel bene,
stare bene.
Quando noi siamo nel silenzio
dell’azione, nell’insensibilità davanti alla Sua parola, davanti al bisogno dei
nostri fratelli, è come se tramassimo contro Dio, contro Gesù, per farLo
morire. Rendiamo inutili i Suoi
insegnamenti, facciamo morire l’amore, non facciamo rinascere nel nostro cuore il
desiderio di Lui, della santità.
C’è chi ha dato la vita, come
sant’Agnese che oggi ricordiamo, per non rinnegare la sua fede in Dio, per non
rendere vana la morte di Gesù per noi, ha preferito morire lei stessa, un morire
che è vivere per l’eternità.
Chiediamo al Signore di aiutarci,
a scegliere sempre il bene, a scegliere di dare vita, a tendere la mano per
farci aiutare da Lui quando siamo sofferenti, a non rimandare mai la nostra
conversione, a rispondere al sì finale, quello della morte, in pace col nostro
cuore, con la nostra mente, con i nostri fratelli, con Dio.
Un caro abbraccio!