mercoledì 8 ottobre 2014

Frammenti di vita quotidiana - dono del Timor di Dio

Tratto dal libro "Lo Spirito Santo in famiglia" di Carlo Maria Martini (Centro Ambrosiano)
IL DONO DEL TIMOR DI DIO


Che vergogna, papà!

La tua capacità nell’uso del telecomando ti rassicurava. Di quel film avevi sentito parlare molto tra i colleghi di lavoro, avevi persino letto la recensione sul giornale che ne descriveva la volgarità in modo da renderla desiderabile.

Ti sei accertato che la stanchezza, gli impegni di studio, l’incontro con gli amici fuori casa svuotassero il salotto. Poi ti sei accomodato curioso a seguire il racconto confuso di improbabili amori. Forse eri troppo incuriosito o troppo stanco per accorgerti dell’imprevisto ricomparire della tua figlia più grande nel momento meno opportuno. Neppure tu credi che la tua ironia sulle “stupidate che fanno vedere” sia stata sufficiente a nascondere il tuo imbarazzo e a dissolvere lo sconcerto e lo scandalo che hai letto sul suo volto di adolescente.

Ora quella scena ti ritorna in mente e ancora arrossisci di vergogna: cerchi di immaginarti che idea si farà la ragazza di suo padre e non riesci a perdonarti.


Eppure ho ragione io

Come nasce un litigio? Credo che per un po’ si accumuli il risentimento: c’è stata quella parola offensiva che non hai digerito, hai letto in quello sguardo l’invidia per ciò che sei riuscito a fare, hai interpretato quel modo maldestro di parcheggiare la macchina come un dispetto voluto per esasperarti. Ti sei sorpreso a fantasticare sul “modo di fargliela pagare”.

Poi un giorno per una sciocchezza che hai perdonato tante volte ad altri ti sei arrabbiato davvero e hai detto: “adesso basta!. Sono volate parole offensive, è uscito fuori un elenco impressionante di sgarbi, ingiustizie, torti, colpevoli trascuratezze. Il risultato è che da allora non sei più riuscito a parlare con il tuo vicino, ogni incontro casuale è stato solo occasione per un imbarazzato volgere altrove lo sguardo. A furia di pensarci ti sei convinto ancor più che tu hai solo ragione e lui solo torto.

Ma da dove viene quel disagio che non ti lascia mai del tutto tranquillo, quando ti accosti all’Eucaristia? Perché sei così complicato nel distinguere tra rancore, risentimento, “non aver niente contro” per giustificarti di fronte alla pagina del Vangelo che dice: “va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono”?

L’altro giorno il tuo vicino è stato ricoverato in ospedale e dicono che le cose non vadano affatto bene. E ora che farai?


PREGHIERA E RIFLESSIONE


Invoco con voi e per voi lo Spirito Santo, perché effonda il dono del santo timor di Dio.

“il timor di Dio è l’atteggiamento che ci fa vivere costantemente sotto lo sguardo del Signore, preoccupati di piacere a Lui piuttosto che agli uomini. Dio che ti guarda è si il Dio giudice, ma questa espressione va ben capita, perché non ha nulla a che vedere con una sorta di occhio maligno o severo puntato su di te solo per coglierti in fallo: si tratta del Dio Padre che ti conosce e ti ama come nessun altro e vuole il vero bene. Agire come a Lui piace è allora il bene più grande, la consolazione più profonda, anche quando sul momento dovesse costarti. Il timor di Dio è un timore filiale, reverente, affettuoso, che teme soprattutto di dispiacere al cuore del Padre” (tre racconti dello Spirito, 48-49).


Il timore di Dio non è la paura che paralizza, ma lo sguardo amico che incoraggia e rassicura: “questa cosa è giusta e tu puoi farla”. È una presenza amica che ti salva dalla confusione che rende desiderabile il male e cerca di giustificarlo: se nessuno lo viene a sapere che male c’è?

Il dono del timor di Dio aiuta ad essere onesti per amore del bene, per rispetto verso se stessi, per quella profonda relazione con il Padre che sta nei cieli e ci ha reso tempio del Suo Santo Spirito.

È tempo allora di non restare più paralizzato dalla vergogna d’essere stato scoperto: piuttosto adesso occorre vigilare per non sbagliare più, per non cedere più alla tentazione. Anche se la segretezza è garantita, lo sguardo di Dio t’accompagna, amorevole e incoraggiante, perché non ti lasci umiliare dalla volgarità.

Il dono del timor di Dio rende possibile la fatica del bene difficile. E io so che prima o poi tu troverai le parole per avviare la riconciliazione con il tuo vicino: mentre andrai a visitarlo ti verrà in mente cento volte che forse sarebbe meglio lasciar perdere, ti sentirai scontento e nervoso. Ma sentirai anche lo sguardo di Dio che ti accompagna e ti ripete: “No, è una cosa giusta e tu puoi farla!”. Non ti assicuro che sarai ben accolto, non ti assicuro che scendendo le scale non ti sentirai fremere per una risposta sgarbata che non meritavi, per una buona intenzione fraintesa. Forse ti morderai le labbra per non aver trovato la parola giusta al momento giusto.

Ma certo sentirai di aver fatto quanto dovevi e che il risultato è meno importante della grazia di sentirti in pace davanti a Dio.