In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non
sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi
dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo
iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà
agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei
cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande
nel regno dei cieli». (Mt. 5,17-19)
Gesù dice: “chiunque trasgredirà uno solo di questi minimi
precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel
regno dei cieli”.
Noi, nel nostro quotidiano trasgrediamo i precetti del
Signore? Tantissime volte. Quando non abbiamo rispetto degli altri, quando ci
poniamo agli altri con arroganza, e poi facciamo gli offesi per qualcosa che ci
hanno detto (non dimentichiamo che essere permalosi significa essere un po’ superbi);
quando non lavoriamo con il cuore, con amore, ma ci accompagna l’accidia.
Quante volte trasgrediamo durante la nostra giornata! Quando
invidiamo, quando giudichiamo, e aggiunge Gesù: “insegnerà agli altri a fare
altrettanto”. Noi siamo continuamente esempio per gli altri, quale esempio
siamo se coinvolgiamo nei nostri giudizi altre persone? Se cerchiamo di portare
persone dalla nostra parte o lontane da Dio, o lontane dalla Sua legge? Pensate
che a volte ci arrabbiamo perché l’altro non vuole accompagnarci nel nostre
errore ….
Possiamo anche parlare di Dio, della Sua parola, ma se poi
non la viviamo? Se non siamo misericordiosi, se non rispettiamo la libertà di
chi diciamo di amare? “Sarà considerato
minimo nel regno dei cieli.”
Oggi noi, questo “minimo” nel regno dei cieli lo leggiamo con
superficialità, con leggerezza, pensiamo: “ma si, cosa sarà questo minimo nel
regno dei cieli, tanto, mi sento già minimo qui …”; c’è una differenza enorme,
perché quando saremo nella verità ci renderemo conto del senso di questa
espressione di Gesù.
E poi, prosegue Gesù: “chi invece le osserverà e le
insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli”. Quando noi insegniamo
a perdonare, quando insegniamo a non giudicare, quando insegniamo l’umiltà, quando
insegniamo il rispetto della legge di Dio, degli altri e lo viviamo, allora
saremo considerati grandi nel regno dei cieli e, dato che, la nostra eternità è
iniziata nel giorno in cui siamo nati, allora vuol dire che il regno dei cieli
è già qui, come dice Gesù - è vicino - .
Questa bellezza la potremmo già vivere oggi, se lo vogliamo, e
il segno di questa unione, questa pace del cuore che viviamo con Cristo è la
gioia. Chi è nella gioia, nonostante, è già parte del regno dei cieli.
La bellissima preghiera conclusiva delle lodi, dice: “Concedi,
Signore, che i tuoi fedeli, formati nell'impegno delle buone opere e
nell'ascolto della tua parola, ti servano con generosa dedizione liberi da ogni
egoismo, e nella comune preghiera a te, nostro Padre, si riconoscano fratelli”.
Ci riconosciamo fratelli tra di noi? O vediamo dei nemici
intorno a noi? Degli schiavi? Dei servi?
Ogni mattina alla conclusione delle lodi e ogni sera ai
vespri recitiamo: “Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci
conduca alla vita eterna.” Ti chiediamo, Signore, preservaci da ogni male, e
non intendiamo dal male del corpo, ma preservaci dal male del peccato, aiutaci
a non cadere, a non essere servitori del demonio, ma a scegliere Te in ogni
momento della nostra giornata.
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Cara Gemma, ora non sei più tra noi, ma ti porteremo nel nostro cuore.
Ricorderemo sempre la tua diponibilità e la tua semplicità.
Santino, Nathascia e Luigi, Angelo e Pieranna, e a tutti i nipoti
il nostro più caro abbraccio.