domenica 28 agosto 2016

Santa Monica



Santa Monica e sant'Agostino
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.  Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”. Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”. Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”». (Mt. 25,14-30)

Questa mattina ricordiamo santa Monica, madre di sant’Agostino una donna pia, santa che ha pregato tanto e pianto molto affinché suo figlio Agostino si convertisse al Cristo, comprendesse la bellezza di seguire i Suoi insegnamenti, di vivere dedicando i propri talenti, i propri doni per il bene comune, per il bene del Regno dei cieli, ed è bello che questa mattina la liturgia ci proponga proprio il Vangelo dei talenti.
Tutti lo conosciamo, a un servo vengono dati cinque talenti, a un altro due talenti e a uno un talento. I servi a cui vengono lasciati cinque e due talenti, cercano di farne qualcosa di buono, mentre a quello a cui è stato dato un solo talento, per paura del padrone che “miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso”, lo nasconde, lo sotterra, ed il padrone una volta tornato lo chiama servo malvagio e pigro.
Anche nella lettura breve delle Lodi, San Paolo nella lettera ai Romani, ci invita: “ad offrire i nostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio” e prosegue: “non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”.
E’ solo con questo comportamento che noi possiamo usare bene i nostri talenti, non conformandoci alla mentalità di questo secolo, non seguendo la mentalità del mondo, ma cercando di mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù. Seguirlo è il mezzo per mantenere il passo, è camminare sulla retta via, è discernere la volontà di Dio nella comprensione di ciò che è buono, a Lui gradito e perfetto.
Questo insieme, cioè riconoscere i nostri talenti, impregnati nell’amore di Dio possiamo davvero raccogliere molto frutto, possiamo trarne profitto e far guadagnare il nostro padrone. Ma cos’è che guadagniamo? Guadagniamo la salvezza della nostra anima e la gioia per aver indicato la via di Cristo ad altri fratelli; questo è quello che guadagniamo.

Anche le invocazioni delle lodi di questa mattina sono bellissime:
“Signore Gesù, che hai perdonato molto alla donna peccatrice perché aveva molto amato, perdona i nostri debiti”.
Ma noi, li riconosciamo i nostri debiti? Riconosciamo i nostri peccati? Cerchiamo di sanare i nostri peccati con l’amore, l’amore che è la carità, la delicatezza, il rispetto e l’umiltà o continuiamo con i nostri peccati senza mettere carità nella nostra vita, nelle nostre parole, nei nostri atteggiamenti? Come possiamo far sì che il Signore si dimentichi dei nostri peccati se non ci muoviamo con amore?
La seconda preghiera recita:
“Signore Gesù, che nei tuoi viaggi apostolici fosti seguito dalle sante donne e aiutato dal loro umile servizio, concedi a noi di seguire la via della carità”.
La via della carità si, ma nell’umile servizio, non nel vantarsi di essere bravi, non nel dire agli altri: “non capisci niente, io sono più bravo, io ne so più di te”. Ma “umile servizio”.
La terza:
“Signore Gesù, ascoltato come un maestro da Maria e servito da Marta, rendici attenti alla tua parola e generosi nella carità”.
E’ necessario unire l’ascolto della Parola alla generosità ossia la gratuità nella carità. Noi possiamo vivere la generosità nella gratuità, nell’amore, nell’attenzione ai bisogni degli altri solo se siamo attenti alla Parola che non deve essere ascoltata solo dalle orecchie, ma entrare nel cuore, nella vita, nelle nostre mani, nelle nostre parole.
Ed infine:
“Signore Gesù, che chiami fratello, sorella e madre quanti compiono la tua volontà, fa' che aderiamo sempre ai tuoi desideri nelle parole e nelle opere”.
Sia fatta la Tua volontà, sia fatta sempre la Tua volontà Signore, le parole che escono dalla nostra bocca quando ci rivolgiamo all’altro, siano sempre secondo la Tua volontà e, anche nelle nostre azioni, nelle nostre opere, Signore, si veda la Tua volontà.

Aiutaci ad essere come santa Monica, nel condurre una vita pia, giusta, nel Tuo amore, nell’amore per i fratelli e a pregare per loro, per la loro conversione, come santa Monica ha fatto per tanti anni per il figlio Agostino.

Sia lodato Gesù Cristo.