mercoledì 10 agosto 2016

Muoviamoci, corriamo, voliamo ...


“Fratelli, tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto, Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti: «Ha largheggiato, ha dato ai poveri, la sua giustizia dura in eterno». Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.” (2Cor. 9,6-10)

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà».” (Gv. 12,24-26)

La Parola di oggi mi fa pensare al bruco che muore nel bozzolo per poi trasformarsi in una meravigliosa e coloratissima farfalla. A volte ruba il nostro sguardo con la sua armoniosa leggerezza e sembra quasi che il suo compito finisca li, ma la farfalla è un insetto laborioso che vola di fiore in fiore e porta il polline di qua e di là e dona vita nuova.

Anche noi dobbiamo morire a noi stessi, è necessario far morire i nostri egoismi, dobbiamo trasformarci, come il bruco che diventa farfalla, smettere di strisciare e incominciare a volare, finché strisciamo non portiamo vita nuova. Non vivere solo per noi stessi, ma mostrare il nostro volo armonioso, la serenità della vita e tutti i nostri colori, cioè i nostri talenti utilizzati per il bene comune. Essere laboriosi per la vigna del Signore, darci da fare per la salvezza, essere missionari cioè uscire da noi stessi per andare verso l’altro con l’attenzione ai suoi bisogni. Seminare con larghezza, per raccogliere con larghezza; e non parliamo di beni materiali, ma donare amore, considerazione, per raccogliere sorrisi, serenità, gioia e pace, “perché Dio ama chi dona con gioia”.

Dobbiamo muoverci, andare verso l’altro, se stiamo fermi nel “nostro brodo”, nelle nostre aspettative ed egoismi rimarremo soli. Del resto chi ama stare presso acqua stagnante che odora di putrido, meglio vicino ad un ruscello che corre, che porta acqua affinché tutti ne traggano ristoro.

Un grande abbraccio a tutti voi !!!