2 – il dono di consiglio perfeziona la virtù della prudenza.
Con questa noi riflettiamo per cercare i mezzi migliori d’agire, valendoci di
esperienze, di confronti, d’informazioni altrui; col dono, invece, non
lavoriamo, ma il raggio dello Spirito Santo ci mostra istantaneamente la
verità. Sono mirabili i frutti di questo dono e si rivelano nell’abituale
saggezza di condotta dell’anima che lo possiede.
Del popolo ingrato, che abbandonava il Signore, dice la
Scrittura: “è gente senza consiglio e
senza prudenza” (Dt.32,28) perché segue i propri istinti ed offuscando
così, sempre più, il retto giudizio, diviene vile e stolta.
L’anima, quindi, dotata del consiglio si mantiene cauta sulla
via diritta e fugge ogni tortuosità ed ineguaglianza nei suoi atti, perché non
perde di vista il lume che la dirige; doma il carattere, rendendolo piacevole,
mite, equilibrato; non fa cosa alcuna per impeto e moto di natura, perché le
sue passioni sono umili ancelle, che obbediscono alla volontà. Effetto di
questo dono è anche la parola saggia, misurata, mai inopportuna, perché dice lo
Spirito Santo che “le parole dei prudenti
saranno pesate sulla bilancia e che i saggi hanno la bocca nel cuore”
(Sir.21,25-26) cioè, prima di parlare, riflettono e decidono il meglio. Come l’intelletto penetra le altezze spirituali e la sapienza
le ama con ardore, così, in certo modo, il consiglio le mostra, tradotte nella
pratica.
3 – La disposizione prima allo sviluppo del dono di consiglio
è un profondo sentimento della nostra impotenza ed incapacità, perché è appunto
l’assenza di presunzione che attira lo Spirito di Dio ad agire e stimola noi a
ricorrere a Lui, dal Quale tutto deriva. Essendo il consiglio un dono intellettuale, glorioso, che può
procacciare la stima altrui, richiede, più che altri, il fondamento sicuro d’un’ingenua umiltà: Dio si
fida di quelli che non sanno fidarsi di loro stessi e chiama a godere la fiducia
altrui quelli che sentono di valere nulla. E’ necessaria ancora la pura e retta
intenzione, che esclude, nel modo d’agire, i riguardi e le considerazioni umane
e mira diritto a Dio, perché lo Spirito Santo investe di Sé l’anima semplice e
limpida, tutta rivolta a Lui.
Ed ecco spontanea un’altra disposizione, che è la cura diligente, solerte di vigilare su noi stessi, senza dispendere energie nell’osservare persone e cose, giudicando ciò che non è affidato a noi e che provoca turbamenti e lotte, vuota l’anima di Dio e la riempie di terra. Per vedere le cose nella verità bisogna chiudere gli occhi sulla vanità e occuparsi di proposito alla riforma di noi stessi.
Ed ecco spontanea un’altra disposizione, che è la cura diligente, solerte di vigilare su noi stessi, senza dispendere energie nell’osservare persone e cose, giudicando ciò che non è affidato a noi e che provoca turbamenti e lotte, vuota l’anima di Dio e la riempie di terra. Per vedere le cose nella verità bisogna chiudere gli occhi sulla vanità e occuparsi di proposito alla riforma di noi stessi.
(Tratto da: "Lo Spirito Santo e i suoi doni" di Madre Maria Costanza Panas)
Questa memoria si collega alla vita e all’esperienza mistica di Maria Bernarda Soubirous (santa Bernadetta), conversa delle suore di Nevers, favorita dalle apparizioni della Vergine Maria (11 febbraio – 16 luglio 1858) alla grotta di Massabielle. Da allora Lourdes è diventata mèta di intenso pellegrinaggio. Il messaggio di Lourdes consiste nel richiamo alla conversione, alla preghiera, alla carità. (Mess. Rom.) (da: Santi e Beati)
O Dio, Padre misericordioso, soccorri la nostra debolezza, e per intercessione di Maria, Madre immacolata del tuo Figlio, fa' che risorgiamo dal peccato alla vita nuova.