sabato 28 dicembre 2013

Dio infatti non ci ha dato uno spirito di timidezza, ma di forza, di carità e di prudenza. (2Tm. 1,7)


Carissimi,
oggi ricordiamo i Santi innocenti Martiri; dal Vangelo di Matteo (2,13-18) leggiamo: “Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo». Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto”.

Giuseppe ancora un volta nell’obbedienza a Dio non mette ostacoli al Suo disegno salvifico, conferma il suo “eccomi”, “sia fatta la tua volontà”; e se avesse detto: “no, non ne ho voglia”, “ora non posso ho altro da fare”, come spesso facciamo noi quando Dio ci chiede di essere accoglienti, di essere attenti al sofferente, di ascoltare e portare una parola di conforto, di essere missionari?

Giuseppe con la sua obbedienza ha permesso a Gesù di vivere, non era ancora arrivato il Suo momento, dare la vita sulla croce per i nostri peccati. Ma anche noi con i nostri “sì” a Dio possiamo aiutare persone a continuare a vivere, o meglio, farli sentire rispettati, accolti, amati, far rinascere in loro il gusto della vita e non sentirsi più soli.

Ma altri bambini innocenti  sono morti quel giorno. Per l’egoismo, il potere, la cupidigia re Erode ordinò la morte di tutti quei bambini. Davanti a questo ci scandalizziamo, ma poi restiamo indifferenti alla strage degli innocenti che oggi ancora avviene in continuazione: bambini uccisi quando sono ancora nel grembo per mano della stessa madre o padre; bambini che vengono comprati nei paesi poveri per usarne gli organi per chi vive nella ricchezza; bambini che vengono abusati e violentati nella loro casa che dovrebbe essere il luogo dove sentirsi protetti; bambini che non vengono ascoltati e amati per la fretta e la rincorsa ai piaceri del mondo dei propri genitori; bambini che ancora oggi muoiono di fame per la nostra indifferenza.

Ognuno di noi ha il dovere di dire il proprio “eccomi” al Signore e forti nella giustizia di  Dio, che è l’amore, la carità, impegnarsi a rendere migliore la vita: la propria perché quando si dice “si” al Signore il nostro cuore è inondato di gioia e portare gioia anche a chi vive una situazione di sofferenza e dolore.

Concludo con la preghiera finale delle Lodi:
 “Signore nostro Dio, che oggi nei santi Innocenti sei stato glorificato non a parole, ma col sangue, concedi a noi di esprimere nella vita la fede che professiamo con le labbra.”

Uniti nella preghiera