venerdì 16 dicembre 2016

Pranzo di Natale a Salò



Cosa dire ……

È stata come sempre una bellissima esperienza.
Tanti i volti amici ricolmi di affetto.
Un momento di condivisione, carico di allegria, buona musica, buon cibo.

Ringraziamo con tutto il cuore Luciana e tutti i volontari che l’hanno aiutata e supportata per organizzare questo emozionante momento di incontro.

Grazie ai cantanti che ci hanno tenuto compagnia con la loro notevole voce.

Un ringraziamento anche allo staff dell’Hotel Ristorante Conca d’Oro di Salò. Come sempre si sono dimostrati disponibili e … all’altezza dell’evento.

E grazie per la vostra generosità e sensibilità ai nostri progetti sociali.

Un grande abbraccio a tutti e … alla prossima!!!

martedì 11 ottobre 2016

L’invito di Dio




Prima lettura
Fratelli, Cristo ci ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. Ecco, io, Paolo, vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà a nulla. E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la Legge. Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella Legge; siete decaduti dalla grazia. Quanto a noi, per lo Spirito, in forza della fede, attendiamo fermamente la giustizia sperata. Perché in Cristo Gesù non è la circoncisione che vale o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità. (Gal. 5,1-6)

Vangelo
In quel tempo, mentre Gesù stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo.
Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro». (Lc. 11,37-41)

Le parole che Gesù nel Vangelo di oggi, ci invitano all’autenticità. Gesù viene invitato a pranzo a casa di un fariseo ma, quando è a tavola non fa le abluzioni prima del pranzo, il rituale previsto per la pulizia delle mani, e il fariseo si meraviglia, Gesù che sente i nostri pensieri e ciò che abbiamo nel nostro cuore, i nostri sentimenti, rivolgendosi a lui dice: “Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. Stolti!”.
Capita continuamente; siamo desiderosi di essere perfetti nelle cose del mondo, nelle cose esteriori, addirittura ci infastidisce chi non è perfetto, ma cosa abita il nostro cuore? Quali sentimenti vi albergano? Intenti ad essere “tutti precisini” esteriormente, ci scordiamo di domandarci se anche dentro di noi esiste questo ordine, questa bellezza, questa pulizia nel cuore. Questo dovrebbe essere il nostro principale e più importante impegno, ce lo insegna Gesù.
Viene giudicato perché non si lava le mani prima di andare a tavola, ma cos’è importante? Essendo indubbiamente, cosa buona lavarsi le mani prima del pranzo, è chiaro che il fare di Gesù vuole essere una provocazione che insegna a non essere ipocriti, ma veri, autentici: nella stessa misura con la quale portiamo ordine e pulizia al nostro corpo e attorno a noi, così possa avvenire per la spinta e il desiderio di portare ordine nel nostro interno, nel nostro cuore.
E come accade al fariseo, anche noi buttiamo parte del nostro tempo nell’essere attenti scrutatori e giudici del nostro prossimo e non impieghiamo lo stesso tempo per fare un’attenta verifica sul nostro operato e su ciò che dobbiamo pulire dentro di noi. Ecco perché Gesù ci chiama “stolti!”,  e ci invita ad una riflessione più attenta nel dirci: “Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro».  L’invito quindi a dare in elemosina ciò che Lui ci ha donato, ciò che è dentro di noi: l’amore, la misericordia, il perdono, la carità.
La via che porta ad essere puliti dentro (“mondi”) ed autentici, è la pratica della carità, dell’attenzione all’altro. Anche san Paolo, nella lettera ai Gàlati, dice: “non ha importanza la circoncisione o la non circoncisione, ma la fede che si rende operosa per mezzo della carità”.
Perché la carità, la fede non è solamente qualcosa di testa, “un’adesione intellettuale”, ma è la vita, è partecipare con la stessa nostra vita al progetto salvifico di Dio con gli insegnamenti di Cristo, con l’amore per Cristo, nell’intima comprensione che Gesù Cristo ha dato compimento alla legge antica, fatta solo di prescrizioni e precetti, portando “la buona novella” la legge di Dio che è l’amore. Una legge alla quale tutti siamo chiamati, perché è il nostro bene e il bene dei nostri fratelli. Carità!
Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere la carità.
Sia lodato Gesù Cristo!

Preghiera Semplice

Oh! Signore, fa di me uno strumento della tua pace:

dove è odio, fa ch'io porti amore,
dove è offesa, ch'io porti il perdono,
dove è discordia, ch'io porti la fede,
dove è l'errore, ch'io porti la Verità,
dove è la disperazione, ch'io porti la speranza.

Dove è tristezza, ch'io porti la gioia,
dove sono le tenebre, ch'io porti la luce.

Oh! Maestro, fa che io non cerchi tanto:
ad essere compreso, quanto a comprendere.
Ad essere amato, quanto ad amare
Poichè:

se è: dando, che si riceve,
perdonando che si è perdonati;
morendo che si risuscita a Vita Eterna.

Amen. ( San Francesco d'Assisi)

sabato 8 ottobre 2016

«Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!»





Prima lettura 
Fratelli, la Scrittura ha rinchiuso ogni cosa sotto il peccato, perché la promessa venisse data ai credenti mediante la fede in Gesù Cristo. Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi e rinchiusi sotto la Legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non siamo più sotto un pedagogo. Tutti voi infatti siete figli di Dio mediante la fede in Cristo Gesù, poiché quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo. Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa. (Gal. 3,22-29)

Vangelo
In quel tempo, mentre Gesù parlava, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».  (Lc 11,27-28

“Vi siete rivestiti di Cristo” Vogliamo appartenere a Cristo, vogliamo essere Suoi missionari? Allora facciamo entrare in noi la Parola, anzi viviamo la Parola. Paolo dice che nel battesimo abbiamo indossato Cristo il quale deve essere il nostro stile di vita segnato dalla fraternità di quanti sono figli di Dio. Ecco, “indossiamo Cristo”, facciamo anche nostra la Sua vita, seguiamo i Suoi passi, mettiamo la nostra vita nelle Sue mani perché possa guidarci giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, a fare la volontà del Padre, a piacere al Signore.
E’ bello piacere al Signore, è bello che sia il nostro obiettivo e allora potremo farlo in ogni luogo. Ciò significa che non dobbiamo predicare in ogni luogo e parlare di Cristo, perché non tutti i luoghi ce lo permettono, ma in ogni luogo possiamo portare Cristo con la nostra vita. Se in ogni momento ci comportiamo come Lui desidera, riusciremo a mettere dei semi nei cuori delle persone. Non sempre è facile, perché a volte ci troviamo in situazioni dove è difficile comportarsi come piace al Signore, ma è questa la bellezza dell’essere cristiani. Abbiamo indossato l’abito con il battesimo e non lo si toglie più; non lo mettiamo solo quando andiamo in chiesa, o quando preghiamo e lo deponiamo quando lavoriamo, quando usciamo con gli amici, quando siamo con i nostri parenti, perché noi, quel vestito l’abbiamo sempre e se abbiamo la consapevolezza di averlo indossato, saremo portatori di salvezza per noi e invito alla salvezza per gli altri.

Signore, fa che ascoltiamo davvero la parola di Dio e davvero la osserviamo, non solo con le parole o col pensiero, ma con la vita.

Sia lodato Gesù Cristo!

mercoledì 28 settembre 2016

Nuovo presidente




La Comunità San Giovanni Battista, con grande gioia, comunica a tutti voi che
a partire da domani 29 settembre 2016
giorno dedicato ai Santi Arcangeli: Michele, Gabriele e Raffaele,
Annamaria Castellini rivestirà la carica di Presidente, 
nonché Responsabile della Comunità.

Lo Spirito Santo guidi ogni sua scelta nella fedeltà alla Regola e
per il bene della Comunità.

Auguri da tutti noi!!!

Un caro abbraccio

sabato 17 settembre 2016

«Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!»


"Fratelli, qualcuno dirà: «Come risorgono i morti? Con quale corpo verranno?». Stolto! Ciò che tu semini non prende vita, se prima non muore. Quanto a ciò che semini, non semini il corpo che nascerà, ma un semplice chicco di grano o di altro genere. Così anche la risurrezione dei morti: è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale. Se c’è un corpo animale, vi è anche un corpo spirituale. Sta scritto infatti che il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l’ultimo Adamo divenne spirito datore di vita. Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste." (1Cor 15,35-37.42-49)

"In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché vedendo non vedano e ascoltando non comprendano. Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza." (Lc.8,4-15)

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