mercoledì 22 giugno 2016

La Misericordia di Dio rivelata nell’Antica Alleanza




IL PROFETA GIONA E LA SALVEZZA PER TUTTI

(Liberamente tratto da un testo di Roberto Lanza del Centro studi Ce.S.A.M)

Il libro di Giona è uno dei libri più brevi della Bibbia ma forse nessun altro libro dell’Antico Testamento  ha saputo, con mezzi così semplici, mettere in luce con forza e grazia l’aspetto misericordioso di Dio.  Rompendo con un’interpretazione stretta della profezia, afferma che le minacce, anche le più categoriche, sono l’espressione di una volontà misericordiosa di Dio, il quale non attende che la manifestazione del pentimento per accordare il suo perdono. Ciò che Dio vuole è la conversione: Dio può cambiare i cuori. 

L’autore del Libro confessa che YHWH è un Dio d’amore, pietoso, la cui misericordia si estende al di là dei confini di Israele, anche ai pagani, abbraccia tutte le creature, senza distinzione di razza. Dio sarà indulgente verso il profeta ribelle, ma, soprattutto, la sua misericordia si estende anche alla nemica più evidente di Israele, la città di Ninive.  Si è molto vicini al NT: Dio non è solo il Dio dei giudei, è anche il Dio dei pagani, poiché non c’è che un solo Dio. In Mt. 12,41 e Lc. 11, 29-32, il Cristo Gesù citerà a esempio la conversione dei niniviti e Mt 12.40 vedrà in Giona chiuso nel ventre del mostro la figura della permanenza del Cristo nella tomba. La predicazione di Giona è molto semplice e sintetica, afferma una sola cosa: il male ha i giorni contati; la nostra violenza, la nostra falsità, il nostro egoismo, portano solo alla morte, sono destinati a finire. Da queste semplici parole, i cittadini di Ninive credono in Dio; capiscono di aver sbagliato e si impegnano concretamente ad abbandonare i comportamenti non graditi al Signore, affidandosi completamente a Dio, alla sua provvidenza, alla sua misericordia. Dio è capace di perdonare, ama le sue creature a un punto tale che si dispiace di aver minacciato loro qualche male!

È la conversione continua di Dio, che ci segue sempre sulla nostra strada, ed è sempre pronto a perdonarci e ad amarci di un amore sempre più grande, fino a mandare in mezzo a noi Gesù, il suo Figlio, a morire per noi sulla croce. La giustizia di Giona è molto diversa da quella di Dio. Il profeta vorrebbe un Dio giustiziere, che castiga le colpe degli abitanti di Ninive; non accetta e non comprende la misericordia di Dio, dimenticando che anch’egli vive di quella stessa misericordia. Quante volte anche noi vorremmo che Dio castigasse duramente chi ha sbagliato, e non ci accorgiamo delle infinite volte in cui Dio ha perdonato a noi per primi! Dio è dispiaciuto del fatto che il suo Profeta non ha capito nulla della sua missione, non lo abbandona, per lui non è come uno strumento che, una volta usato, può essere gettato via; continua a cercarlo, a prendersi cura di lui; vuole educarlo, e con l’episodio del ricino e del verme cerca di fargli comprendere il vero valore delle cose. Il messaggio è che Dio vuole la salvezza di tutti. Tutti sono salvi per opera di Dio: i marinai, i Niniviti, Giona stesso, il profeta, l’ebreo, il figlio prediletto messo alla pari con i pagani. E tutti sono salvi grazie anche alla loro collaborazione all’opera di Dio: la preghiera dei marinai, il pentimento di Giona, la penitenza dei Niniviti. 

Tutto quello che capita a Giona avviene perché alla fine Ninive sia salva. Nel capitolo quarto, che è un dialogo sulla misericordia, Giona esprime a Dio le sue riserve sul modo con cui ha deciso di trattare Ninive, se ne dispiace, si ribella a questa sua decisione, non è da Dio ritornare sui suoi pensieri, disapprova questa compassione di Dio per una città potente nel male e dice che "preferisce morire che vivere". Ma Dio risponde a Giona giustificando il suo atteggiamento e scusando Ninive perché "non sanno quello che è bene e quello che è male". È una delle situazioni più frequenti dentro la vita dell’umanità, questo dialogo profondo è il dialogo che inconsapevolmente noi facciamo tutti i giorni. Giona non capisce perché Dio si comporta così, addirittura con i nemici di Israele. Praticamente qui Dio abolisce ogni distinzione tra il popolo eletto, il popolo santo e i pagani. Potremmo addirittura chiederci come qualcuno ha fatto, se questo libro sia stato scritto per convincere una città come Ninive a convertirsi oppure per convincere un profeta come Giona a convertirsi: chi deve cambiare veramente? 


(domani la seconda parte)