giovedì 23 giugno 2016

Il profeta Giona e la salvezza per tutti (seconda parte)



(Liberamente tratto da un testo di Roberto Lanza del Centro studi Ce.S.A.M)
 
Nonostante quell’esperienza terribile di tre giorni in mare, dopo la conversione della città di Ninive, non è ancora convinto e si mette lì fuori della città per vedere come sarebbe andata a finire. Naturalmente lui voleva che la città fosse distrutta, e fa l’ultimo tentativo per far recedere Dio dal suo disegno di salvezza. Dio va contro il suo profeta per salvare una città, non gli importa che il suo profeta faccia o no una bella figura, gli importa che la gente sia salva. A Dio non importa che i credenti abbiano ragione, a Dio importa che tutti gli uomini riconoscano che sono figli suoi: e questa è la tragedia dei credenti. Giona vuole insegnare a Dio, spesso lo facciamo anche noi, noi saremmo più capaci di Lui a mettere a posto le cose. 

Dio o ci perdona tutti o non perdona nessuno. Allora cominciamo ad essere consapevoli che siamo tutti in cammino verso una verità più grande. Ci sono due modi di condurre il mondo, la storia: con la misericordia di Dio o con la giustizia umana. Dio conduce il mondo con la misericordia, Giona vorrebbe la giustizia, che ha in mente lui. La missione aveva talmente insuperbito Giona che non capiva più un Dio che voleva perdonare: non è umano perdonare, non è secondo la logica umana. Dio scusa l’uomo: "Non sanno quello che è bene e quello che è male". Gesù sulla croce dirà: "Non sanno quello che fanno". Si può quasi dire che Dio non sopporta di essere offeso dall’uomo, lo vuole scusare: "Ha agito senza pensare a ciò che faceva". E qui siamo ancora nell’Antico Testamento.

Se non capiremo fino in fondo questo modo di agire di Dio, addosseremo a Lui cose tremende che non gli appartengono: spesso noi non abbiamo annunciato un Dio di questo genere, misericordioso, paziente, mite; l’amore di Dio si manifesta solamente nel perdono universale: Dio o ci perdona tutti o non perdona nessuno. Allora cominciamo ad essere consapevoli che siamo tutti in cammino verso una verità più grande, se accetto questo, cambia completamente il mio rapporto con chi mi sta accanto, forse perché anche lui mi porta un annuncio di una verità più grande di quella che già io posseggo. Giona (Israele) non aveva capito questa realtà profonda di questa universalità ed è quello che anche noi facciamo fatica a capire: siamo alla ricerca più di una giustizia che di una misericordia, e qualche volta la misericordia più difficile è quella da usare con noi stessi: non ci perdoniamo e non abbiamo misericordia con gli altri perché non l’abbiamo con noi stessi. Forse anche la nostra vita cambierebbe, ci convertiremmo a questo modo di agire di Dio e Signore, per diventare più fratelli tra di noi, donando più luce, più sale alla nostra terra.


domenica 26 giugno 

festa di san Giovanni Battista