Chiamata dei figli di Zebedeo - Marco Basaiti - 1510 |
“In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per
ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due
barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì
in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra.
Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare,
disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone
rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla;
ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme
di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni
dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e
due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si
gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono
un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con
lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di
Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in
poi sarai pescatore di uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.” (Lc. 5,1-11)
«Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore
infatti aveva invaso Pietro. Lo stupore è il contrario dell’aspettativa, con le
aspettative noi siamo soggetti continuamente alla delusione, allo sconforto,
all’amarezza, al giudizio, invece quando poi nell’umiltà, come ha dimostrato
Pietro riconoscendosi peccatore, ci rendiamo conto che il Signore non ci deve
nulla, che ci da già molto e tutto ciò che riceviamo da Lui non è perché ce lo
meritiamo ma è dono, allora siamo nello stupore, e Lui stupisce sempre se noi
siamo col cuore aperto a Lui, un cuore che sa amare, un cuore che ha pazienza.
Lo stupore è quella gioia che prende dentro, di qualcosa che non
ti aspetti, di un dono che arriva anche se non è il giorno del tuo compleanno, perché
è la dimostrazione dell’amore dell’altro, di qualcuno che ha un pensiero per te.
Gesù pensa continuamente a noi e, se noi Gli diamo la possibilità di agire
nella nostra vita, dona continuamente.
“Lo stupore aveva invaso lui”, lo stupore è la benzina che ci fa
andare avanti, è quella gioia immensa che prende tutta la nostra persona, nella
consapevolezza della presenza di Dio. Dio, stiamo parlando di Dio nella nostra
vita!
“Non temere, d’ora in poi sarai pescatore di uomini”, ed è
qualcosa che chiede ad ognuno di noi, se
siamo nello stupore, che è umiltà e non aspettativa che è superbia. Solo chi si
stupisce del Signore può trasmettere ad altri l’amore, altrimenti saremo guide
cieche, guide cieche perché, nel momento in cui non arriva ciò che desideriamo,
o il Signore non ci risponde come noi vogliamo, cadiamo nella disperazione: “Signore non mi hai dato ….., con tutto
quello che faccio per Te” e questo è essere guide cieche, non è essere
nell’amore di Cristo. Se amiamo davvero il Signore e crediamo in Lui, qualsiasi
cosa accada il nostro pensiero sarà: “Signore
sia fatta la Tua volontà”, solo così si può essere una buona guida sulla
via della fede.
Signore, soccorrici affinché riusciamo a vivere continuamente
nello stupore, nello stupore del sorriso di chi amiamo, nello stupore della
natura che ci circonda, nello stupore di un gesto d’amore, nello stupore di una
frase che ci fa sorridere di un bambino, nello stupore di riuscire a fare cose
per le quali non siamo preparati perché Tu sei con noi. Se tutte queste cose le
pretendiamo non saremo mai felici!
Aiutaci, Signore, a essere buone guide che accompagnano a Te coloro
che sono smarriti.