mercoledì 5 agosto 2015

E' più facile eliminare che usare misericordia ...




Cristo e la donna Cananea (1784), Jean Drouais
"In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola. Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele». Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita." (Mt 15, 21-28)

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Cosa fa Gesù, fa preferenze? Dice: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele», questa donna grida e i Suoi discepoli si avvicinano, Lo implorano per dire: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!», non perché ha bisogno, perché ci viene dietro gridando. 
Gesù, con queste parole vuole farci comprendere come noi ci comportiamo spesso, Lui dice: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini», ragioniamo così anche noi a volte, ci sembra che tutto quello che il Signore ci da, sia nostro in esclusiva, ma non è così; e Lui vuole farci comprendere che ciò che Lui ci dona ogni giorno, non è solo per noi, ma è anche per altri, altri che lo chiedono per fede, dice: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. 
Questa donna, nonostante queste parole dure di Gesù (perché sono parole dure) - «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini», è come dire a questa donna: tu non vali nulla, tu non sei una persona, non hai dignità, sei come i cagnolini. Come può Gesù ragionare così? no, non ragiona così il Signore, siamo noi che ragioniamo così: “non farò questo per lei o per lui che non fanno nulla! non darò questo a lui o lei che non se lo meritano?. Dov’è la nostra fede? dov’è la carità che ci invita a vivere Cristo ogni giorno? La misericordia! 
Eppure nelle opere di misericordia c’è tutto: dar da bere, dar da mangiare, vestire, visitare gli infermi, i carcerati, seppellire i morti. Poi abbiamo quelle spirituali: insegnare agli ignoranti, aiutare i dubbiosi. Ci avviciniamo al Giubileo della misericordia, ma la usiamo noi? usiamo la misericordia verso gli altri? la misericordia che è carità, che si fa attenta ai bisogni, la misericordia che perdona, la misericordia che è vicina, che consola, che insegna, che aiuta, o ci fermiamo solamente ai nostri bisogni, alle nostre idee e tutto ciò che va in modo diverso ci irrita, ci disturba, quasi lo vorremmo eliminare. 
Invece il Signore ci dice: “non devi eliminare, devi aiutare, devi capire”, abbiamo sbagliato tutti, stiamo sbagliando tutti. E’ facile eliminare, eliminare significa non avere misericordia, non avere amore, non avere il desiderio di aiutare, eppure Gesù è chiaro con Pietro: quante volte devo perdonare, Signore? settanta volte sette, cioè sempre, e addirittura ci siamo messi in una posizione, che quando perdoniamo o quando andiamo oltre a qualcosa, ci sentiamo grandi, come se avessimo fatto un atto eroico. 
Lo è davvero un atto eroico, ma se lo viviamo nell’umiltà, perché oggi più che mai; scrive anche Papa Francesco, nella bolla di indizione dell’anno della misericordia, dice che non fa più parte questa parola nel vocabolario della gente di oggi – misericordia – non c’è più, e lo vediamo. Quando parliamo di perdono a qualcuno si irrigidisce, eh no, ma io .. Dio si, io no; e certo, siamo più di Dio! dovremmo vergognarci davanti al Signore, il Signore ci aiuta ad amare, ad essere vicini, e a benedire anche il nemico e, la cosa strana, buffa, che chi lo fa non è capito: “ma come fa dopo tanti anni avere ancora pazienza! Ma come fa con quello che gli ha fatto volergli ancora bene?” quando uno fa il male, fa il male, non si può nascondere, ma non si può eliminare, a meno che decida egli stesso di eliminarsi, allora non c’è la fede, ecco qua: “donna grande è la tua fede, tu non ti sei eliminata, hai preferito passare da cagnolino che mangia le briciole, ma non essere eliminata”. Questa è la fede! 
Allora, con tutto il cuore, ogni giorno chiediamo al Signore, anzi ogni momento della nostra giornata, perché la nostra misericordia è messa alla prova ogni momento della nostra giornata, eppure è ciò che ci distingue da tutti, Gesù lo dice: “amatevi gli uni, gli altri come Io vi ho amato, da questo vi distingueranno, vi riconosceranno, come Miei discepoli”. 
“Grande è la tua fede”. Aiutaci, Signore, ad essere come Tu ci vuoi, a usare la misericordia, perché noi siamo a immagine e somiglianza di Dio, che è amore, che è misericordia, che è comprensione e il Signore, non elimina nessuno, nessuno, siamo noi che ci eliminiamo perché anche quando saremo davanti al Signore, Lui ci darà un’altra opportunità di pentimento, sempre ce ne donerà, ma siamo noi che ogni giorno non l’accettiamo la misericordia del Signore, e sapete quando non l’accettiamo? Quando non la viviamo con gli altri; eppure tutte le mattine, quando iniziamo le nostre preghiere, cosa diciamo? “O Dio vieni a salvarmi, Signore vieni presto in mio aiuto”. 
Qual è la salvezza che noi chiediamo al Signore? la salvezza dell’anima, cioè ci appelliamo alla Sua misericordia!