1. «Laudato si’, mi’ Signore», cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel
cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la
quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le
sue braccia: «Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale
ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».
2. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso
irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti
pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a
saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si
manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua,
nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e
maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che «geme e soffre le
doglie del parto» (Rm 8,22). Dimentichiamo che noi stessi siamo terra
(cfr Gen 2,7). Il nostro stesso corpo è costituito dagli elementi del
pianeta, la sua aria è quella che ci dà il respiro e la sua acqua ci vivifica e
ristora.
238. Il Padre è la fonte ultima di tutto, fondamento amoroso e comunicativo
di quanto esiste. Il Figlio, che lo riflette, e per mezzo del quale tutto è
stato creato, si unì a questa terra quando prese forma nel seno di Maria. Lo
Spirito, vincolo infinito d’amore, è intimamente presente nel cuore
dell’universo animando e suscitando nuovi cammini. Il mondo è stato creato
dalle tre Persone come unico principio divino, ma ognuna di loro realizza
questa opera comune secondo la propria identità personale. Per questo, «quando
contempliamo con ammirazione l’universo nella sua grandezza e bellezza,
dobbiamo lodare tutta la Trinità».
239. Per i cristiani, credere in un Dio unico che è comunione trinitaria
porta a pensare che tutta la realtà contiene in sé un’impronta propriamente
trinitaria. San Bonaventura arrivò ad affermare che l’essere umano, prima del
peccato, poteva scoprire come ogni creatura «testimonia che Dio è trino». Il
riflesso della Trinità si poteva riconoscere nella natura «quando né quel libro
era oscuro per l’uomo, né l’occhio dell’uomo si era intorbidato». Il santo
francescano ci insegna che ogni creatura porta in sé una struttura
propriamente trinitaria, così reale che potrebbe essere spontaneamente
contemplata se lo sguardo dell’essere umano non fosse limitato, oscuro e
fragile. In questo modo ci indica la sfida di provare a leggere la realtà in
chiave trinitaria.
240. Le Persone divine sono relazioni sussistenti, e il mondo, creato
secondo il modello divino, è una trama di relazioni. Le creature tendono verso
Dio, e a sua volta è proprio di ogni essere vivente tendere verso un’altra
cosa, in modo tale che in seno all’universo possiamo incontrare innumerevoli
relazioni costanti che si intrecciano segretamente. Questo non solo ci invita
ad ammirare i molteplici legami che esistono tra le creature, ma ci porta anche
a scoprire una chiave della nostra propria realizzazione. Infatti la persona
umana tanto più cresce, matura e si santifica quanto più entra in relazione, quando
esce da sé stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le
creature. Così assume nella propria esistenza quel dinamismo trinitario che Dio
ha impresso in lei fin dalla sua creazione. Tutto è collegato, e questo ci
invita a maturare una spiritualità della solidarietà globale che sgorga dal
mistero della Trinità.
Queste
parole sono tratte dalla tanto attesa Enciclica di Papa Francesco <Laudato Si’> presentata ufficialmente
oggi in Vaticano.
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Buona lettura!