domenica 8 marzo 2015

Frammenti di vita quotidiana - dono dell'intelletto

Tratto dal libro "Lo Spirito Santo in famiglia" di Carlo Maria Martini (Centro Ambrosiano) 

IL DONO DELL’INTELLETTO

La bambina e la nonna
Le hanno detto: “mettiti l’altro vestito, perché tra un po’ comincia ad arrivare gente”. Papà e mamma discutevano tra loro: “La metteremo in sala”; “Forse è meglio nella sua stanza”, e parlavano stranamente sottovoce. Uomini vestiti con giacca scura parlavano con il papà di addobbi e manifesti. Le hanno detto: “la nonna è andata in paradiso” e la mamma aveva gli occhi rossi. Quando poi a gran fatica quattro uomini vestiti di scuro collocarono al suo posto la bara della nonna, la bambina non riuscì quasi a riconoscerla e del resto la mandarono subito nell’altra sala, dove l’accolse un coro di zie quasi mai viste: “che bella bambina!”; “come sei diventata grande!”.
Ma durante le preghiere della sera le ritornò il pensiero della nonna e – forse era ancora preghiera, forse era già sogno – a lungo si immaginò di inseguire il viaggio di quella donna con i vestiti vecchi e scuri e le gambe gonfie, un viaggio popolato di spaventi e di domande: “ma dove abita Dio? quanto ci vuole a risorgere? Andrà in paradiso con quei capelli che non le stanno mai pettinati?”.
E tra quelle domande la bambina si smarrì, fino a scoppiare in lacrime, dopo tanta confusione.
Ecco: il mistero della morte! Si può fare altro che piangere?

Oh, la bellezza!
Si sa come sono certi periodi: frenetici e scontenti, e sembra che tutto vada storto. Le scadenze arrivano sempre troppo presto e qualche volta tolgono il sonno. Arrivi a casa già nervoso e trovi musi lunghi e non riesci a capire perché sia il caso di fare tante storie per cose da nulla. La moglie si risente per una battuta infelice – ah, quella mania di fare lo spiritoso! – i ragazzi non la finiscono di litigare tra loro per sciocchezze. A finire l’opera una sera entrando in garage troppo di fretta prendi la curva stretta e la fiancata della macchina resta tutta segnata: la rabbia è che non puoi dare la colpa a nessuno! Che vita balorda!
Ma, ecco, la mattina dopo percorrendo la strada di sempre, dopo giorni di nebbie e foschie, ti sorprende la bellezza! Sono le montagne nitide, fatte così vicine dal vento della notte; è la magia che la luce riversa sui boschi e sui prati; è l’azzurro incredibile di un cielo che ti sembra appena creato apposta per te. Allora la tensione si scioglie in una commozione che s’arrischia persino a trasformarsi in un pianto come di bambino.
Ecco: il mistero della bellezza! Si può fare altro che piangere e cantare?

Figli fatti mistero
Non posso lamentarmi dei miei figli, sono bravi ragazzi: studiano, lavorano, non si fanno pregare per sparecchiare la tavola, non lasciano troppo disordine nelle loro camere. Sono gentili anche con i nonni. Ecco che cosa mi dispiace: non vanno più a Messa. Non hanno niente “contro”; anzi se il parroco ha bisogno un favore lo fanno volentieri.
C’erano  - certo – quando c’è stato il funerale di quel loro amico morto in moto, c’erano – certo – la notte di Natale ed erano anche raccolti, senza imbarazzo. Ci sono sempre quando si celebra la Messa per i defunti della famiglia.
Ecco: tutto qui.
Ne parlo con loro qualche volta; e mi dicono che sì, pregano qualche volta, che sì, certo, credono in Dio; ma insomma non capiscono proprio perché dovrebbero andare a Messa ogni domenica. A me sembra una cosa enorme, non posso concepire la domenica senza Messa. Eppure i miei ragazzi, così educati, onesti, buoni, a Messa non ci vanno.
Ecco: il mistero della libertà. Si può fare altro che  pregare e sperare?

PREGHIERA E RIFLESSIONE

Invoco con voi e per voi lo Spirito Santo perché effonda il dono dellintelletto.
Il dono dell’intelletto ci fa penetrare nell’intimo del mistero di Dio, cogliendo la radice unitaria da cui scaturiscono Creazione e Redenzione, l’alleanza, la predicazione del Regno e la morte e risurrezione, la Scrittura e la Tradizione. Questo dono di uno sguardo profondo, affettuoso e unificante lo si riceve e lo si sviluppa sottomettendosi di continuo al giudizio della Parola di Dio quale è proclamata, spiegata e testimoniata nella comunione della fede ecclesiale e perseverando nella preghiera contemplativa e della lectio divina” (Tre racconti dello Spirito, 43).
I soprassalti con cui il mistero irrompe nella banalità fanno nascere domande e smarrimenti: il dono dell’intelletto  rende attenti alla Parola che come luce amica offre fiducia. Rivela infatti l’amore del Padre che si prende cura delle Sue creature e salva i Suoi figli.
Il dono dell’intelletto rende semplici e apre la mente a comprendere le Scritture: quello che tante volte si è sentito leggere in chiesa, un giorno, sotto l’urgere delle domande essenziali o per l’incalzare di un dramma che non lascia scampo, diventa d’improvviso luminoso.

La bambina  che saluta la nonna per l’ultimo viaggio rivolge un suo sguardo supplice e fiducioso al tabernacolo, perché proprio di là sembra che venga la Parola proclamata: “Io sono la risurrezione e la vita, chi vive e crede in Me, anche se morto, vivrà” (Gv 11,25). Il morire che ha arrossato gli occhi della mamma è dunque per la nonna l’entrare nella vita di Gesù!

La frenesia di giornate opprimenti oltre il sopportabile viene come squarciata dalla voce, così mite e discreta, eppure così vera e persuasiva: “venite a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi e Io vi ristorerò” (Mt 11,28). Gesù rivela d’essere l’amico che ti dà la pace, il Signore che conosce le tue fatiche e ti regala il Suo riposo.

I genitori scoraggiati dall’impressione di non essere capaci di educare alla fede sono raggiunti dalla promessa indiscutibile: “Io quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a Me” (Gv 12,32) e trovano motivo di sperare: là dove non sono bastati l’esempio, l’insegnamento e il precetto, sarà decisiva l’attrattiva di Cristo crocifisso.
Già da qualche tempo sul comodino è tornato il libro del Vangelo, come a ricordarsi il proposito sempre rinnovato e sempre precario di “leggere una pagina di Vangelo ogni sera”; ma forse ora viene il tempo in cui la famiglia intera può sentirsi più forte e unita di fronte ai misteri della vita perché insieme apre, legge e parla della buona notizia che è Gesù.