Tratto dal libro "Lo Spirito Santo in famiglia" di Carlo
Maria Martini (Centro Ambrosiano)
IL DONO DELL’INTELLETTO
La bambina e la nonna
Le hanno detto: “mettiti
l’altro vestito, perché tra un po’ comincia ad arrivare gente”. Papà e mamma
discutevano tra loro: “La metteremo in sala”; “Forse è meglio nella sua stanza”,
e parlavano stranamente sottovoce. Uomini vestiti con giacca scura parlavano
con il papà di addobbi e manifesti. Le hanno detto: “la nonna è andata in
paradiso” e la mamma aveva gli occhi rossi. Quando poi a gran fatica quattro
uomini vestiti di scuro collocarono al suo posto la bara della nonna, la
bambina non riuscì quasi a riconoscerla e del resto la mandarono subito
nell’altra sala, dove l’accolse un coro di zie quasi mai viste: “che bella
bambina!”; “come sei diventata grande!”.
Ma durante le preghiere della
sera le ritornò il pensiero della nonna e – forse era ancora preghiera, forse
era già sogno – a lungo si immaginò di inseguire il viaggio di quella donna con
i vestiti vecchi e scuri e le gambe gonfie, un viaggio popolato di spaventi e
di domande: “ma dove abita Dio? quanto ci vuole a risorgere? Andrà in paradiso
con quei capelli che non le stanno mai pettinati?”.
E tra quelle domande la
bambina si smarrì, fino a scoppiare in lacrime, dopo tanta confusione.
Ecco: il mistero della morte!
Si può fare altro che piangere?
Oh, la bellezza!
Si sa come sono certi
periodi: frenetici e scontenti, e sembra che tutto vada storto. Le scadenze
arrivano sempre troppo presto e qualche volta tolgono il sonno. Arrivi a casa
già nervoso e trovi musi lunghi e non riesci a capire perché sia il caso di
fare tante storie per cose da nulla. La moglie si risente per una battuta
infelice – ah, quella mania di fare lo spiritoso! – i ragazzi non la finiscono
di litigare tra loro per sciocchezze. A finire l’opera una sera entrando in
garage troppo di fretta prendi la curva stretta e la fiancata della macchina
resta tutta segnata: la rabbia è che non puoi dare la colpa a nessuno! Che vita
balorda!
Ma, ecco, la mattina dopo
percorrendo la strada di sempre, dopo giorni di nebbie e foschie, ti sorprende
la bellezza! Sono le montagne nitide, fatte così vicine dal vento della notte;
è la magia che la luce riversa sui boschi e sui prati; è l’azzurro incredibile
di un cielo che ti sembra appena creato apposta per te. Allora la tensione si
scioglie in una commozione che s’arrischia persino a trasformarsi in un pianto
come di bambino.
Ecco: il mistero della
bellezza! Si può fare altro che piangere e cantare?
Figli fatti mistero
Non posso lamentarmi dei miei
figli, sono bravi ragazzi: studiano, lavorano, non si fanno pregare per
sparecchiare la tavola, non lasciano troppo disordine nelle loro camere. Sono
gentili anche con i nonni. Ecco che cosa mi dispiace: non vanno più a Messa.
Non hanno niente “contro”; anzi se il parroco ha bisogno un favore lo fanno
volentieri.
C’erano - certo – quando c’è stato il funerale di
quel loro amico morto in moto, c’erano – certo – la notte di Natale ed erano
anche raccolti, senza imbarazzo. Ci sono sempre quando si celebra la Messa per
i defunti della famiglia.
Ecco: tutto qui.
Ne parlo con loro qualche
volta; e mi dicono che sì, pregano qualche volta, che sì, certo, credono in
Dio; ma insomma non capiscono proprio perché dovrebbero andare a Messa ogni
domenica. A me sembra una cosa enorme, non posso concepire la domenica senza
Messa. Eppure i miei ragazzi, così educati, onesti, buoni, a Messa non ci
vanno.
Ecco: il mistero della
libertà. Si può fare altro che pregare e
sperare?
PREGHIERA E RIFLESSIONE
Invoco con voi e per voi lo Spirito Santo
perché effonda il dono dell’intelletto.
Il dono dell’intelletto ci fa penetrare
nell’intimo del mistero di Dio, cogliendo la radice unitaria da cui
scaturiscono Creazione e Redenzione, l’alleanza, la predicazione del Regno e la
morte e risurrezione, la Scrittura e la Tradizione. Questo dono di uno sguardo
profondo, affettuoso e unificante lo si riceve e lo si sviluppa sottomettendosi
di continuo al giudizio della Parola di Dio quale è proclamata, spiegata e
testimoniata nella comunione della fede ecclesiale e perseverando nella
preghiera contemplativa e della lectio divina” (Tre racconti dello Spirito, 43).
I soprassalti con cui il
mistero irrompe nella banalità fanno nascere domande e smarrimenti: il dono
dell’intelletto rende attenti alla
Parola che come luce amica offre fiducia. Rivela infatti l’amore del Padre che
si prende cura delle Sue creature e salva i Suoi figli.
Il dono dell’intelletto rende
semplici e apre la mente a comprendere le Scritture: quello che tante volte si
è sentito leggere in chiesa, un giorno, sotto l’urgere delle domande essenziali
o per l’incalzare di un dramma che non lascia scampo, diventa d’improvviso
luminoso.
La bambina che saluta la nonna per l’ultimo viaggio
rivolge un suo sguardo supplice e fiducioso al tabernacolo, perché proprio di
là sembra che venga la Parola proclamata: “Io
sono la risurrezione e la vita, chi vive e crede in Me, anche se morto, vivrà”
(Gv 11,25). Il morire che ha arrossato gli occhi della mamma è dunque per la
nonna l’entrare nella vita di Gesù!
La frenesia di giornate
opprimenti oltre il sopportabile viene come squarciata dalla voce, così mite e
discreta, eppure così vera e persuasiva: “venite
a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi e Io vi ristorerò” (Mt
11,28). Gesù rivela d’essere l’amico che ti dà la pace, il Signore che conosce
le tue fatiche e ti regala il Suo riposo.
I genitori scoraggiati
dall’impressione di non essere capaci di educare alla fede sono raggiunti dalla
promessa indiscutibile: “Io quando sarò
elevato da terra, attirerò tutti a Me” (Gv 12,32) e trovano motivo di sperare:
là dove non sono bastati l’esempio, l’insegnamento e il precetto, sarà decisiva
l’attrattiva di Cristo crocifisso.
Già da qualche tempo sul
comodino è tornato il libro del Vangelo, come a ricordarsi il proposito sempre
rinnovato e sempre precario di “leggere una pagina di Vangelo ogni sera”; ma
forse ora viene il tempo in cui la famiglia intera può sentirsi più forte e
unita di fronte ai misteri della vita perché insieme apre, legge e parla della
buona notizia che è Gesù.