Il Vangelo di oggi (Mc. 6,14-29) racconta come è
avvenuta la morte di Giovanni il Battista. Giovanni era uomo giusto e santo e il
re Erode, nonostante quando lo ascoltasse fosse molto perplesso, lo ascoltava volentieri,
ma lo aveva mandato ad arrestare e lo aveva messo in prigione a causa di
Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni
infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo
fratello». Nel giorno del compleanno di Erode la figlia di Erodiade, Salomè, danzò
e piacque molto a Erode e ai commensali al punto di far dire ad Erode: “chiedimi
quello che vuoi, anche la metà del mio regno e io te lo darò”. Erodiade che
odiava Giovanni Battista perché diceva la verità sul suo stato, disse alla
figlia: “chiedi la testa di Giovanni”. Erode l’accontentò e nonostante non
fosse contento di questo lo fece decapitare.
Quante persone, uomini, donne e bambini perdono la vita, anche ai giorni nostri, per sostenere la verità. Ancora oggi chi dice la verità dà
fastidio e ci sono persone pronte a tagliare a loro la testa, anche se non
fisicamente, ma a parlare contro chi dice la verità, contro chi è scomodo,
perché poche persone sono pronte a sentirsi dire che i veleni che portano nel
cuore sono dannosi, che devono modificarsi e che hanno bisogno di camminare in
maniera più concreta sulla strada della conversione, con umiltà e carità.
Persone che non hanno ancora
compreso che non si può insegnare l’amore, la carità, il perdono e poi girare
la testa da un’altra parte, evitando il saluto o una parola, a qualcuno che non
ha agito secondo il loro volere e colgono ogni occasione, raccontando anche
bugie, per parlar male e screditare chi ha detto a loro la verità.
Questo non deve scoraggiare mai
chi nella verità e senza interessi personali, nell’umiltà e nella delicatezza,
vuole aiutare altri a non deviare dalla via giusta: da Cristo.
A noi scegliere, se stare dalla
parte di Giovanni Battista che dice la verità, al costo di pagare lo scotto,
oppure essere dalla parte di coloro che sopprimono la verità, perché si
raccontano di essere nel giusto e si travestono da vittime.
Dove vogliamo stare? Chi vogliamo
essere? Vogliamo anche noi dire, come afferma Paolo nella lettera ai Galati – sono stato crocifisso con Cristo e non sono
più io che vivo, ma Cristo vive in me –? Essere crocifissi con Cristo, dare/dedicare
la vita per cercare le pecorelle smarrite, per portare a loro la Parola che
salva, sapendo che questo è “segno di contraddizione” (Lc. 2,34).
Gesù non aveva paura di dire ai
farisei – ipocriti - pur sapendo di
rischiare la vita per questa verità; e così fu per Giovanni Battista che non
aveva paura di accusare Erode ed Erodiade, nonostante fossero il re e la regina
consapevole che prima o poi l’avrebbero ucciso.
Signore aiutaci ad essere sempre nella verità a qualsiasi costo.