lunedì 3 novembre 2014

La Sua volontà è che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato

In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». (Gv 6,37-40)

Oggi si ricordano i nostri cari defunti, e ricordando i nostri cari defunti non possiamo non riflettere sulla nostra morte, pensate che i monaci fanno la meditazione sulla propria morte. Sembra un po’ strana questa cosa, meditare sulla propria morte, eppure ha un senso.
La morte toccherà a tutti noi o prima o poi, e ci fa paura perché ce l’hanno sempre mostrata come un castigo, un castigo di Dio, la fine, ma la morte non è fine. La morte, non va cercata perché è grave peccato, non va temuta, ma allo stesso tempo va considerata.
La meditazione sulla propria morte è per farci capire, pensare, avere la certezza che non siamo di questo mondo, perché in questo mondo noi siamo di passaggio, siamo pellegrini e il pellegrino è colui che ha ben chiaro che nel suo camminare non deve mancare mai la ricerca di Dio. Ci aiuta a comprendere che tutto ciò che è di questo mondo resterà qui, non porteremo nulla con noi, se non le nostre opere buone.
Gesù lo dice in maniera molto chiara in questo Vangelo, “Io sono venuto a fare la volontà del padre Mio, cioè a far sì che nulla venga perso”, cos’è che non vuole perdere un Padre amoroso? Non vuole perdere i suoi figli, li vuole tutti con sé perché sa che solo con sé possono stare bene, avere la pace del cuore, la gioia eterna e la risurrezione nell’ultimo giorno.
Ma, aggiunge: “chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna e Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”. Vedere il Figlio significa aver chiaro che Cristo è il Figlio di Dio e vederLo nella propria vita, sentirLo compagno di viaggio, l’Amico, lo Psicologo, il Maestro, il Medico, Lui può fare molto se noi Gli apriamo il cuore.
Quindi chi vede il Figlio ha la vita eterna, se noi lo vediamo, lo rendiamo presente nella nostra vita vuol dire che accogliamo i Suoi insegnamenti, che accogliamo il Suo amore, allora con Lui avremo la vita eterna.
Nel giorno dove vengono ricordati i nostri defunti, preghiamo il Signore di tenerli sempre con Lui nella gioia, ma chiediamo anche al Signore di indicarci la strada per essere anche noi un giorno, per l’eternità, in quella stessa gioia.