venerdì 21 novembre 2014

Il nostro cuore è "casa di preghiera" o "covo di ladri"?

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. (Lc. 19,45-48) 

“sta scritto la Mia casa sarà casa di preghiera, voi invece ne avete fatto un covo di ladri”. Gesù ci ricorda ogni giorno che noi siamo tempio di Dio e come tempio di Dio o casa di Dio, noi dobbiamo essere preghiera, preghiera che, come abbiamo detto molte volte, è un colloquio intimo con Dio, e per parlare intimamente con qualcuno dobbiamo averlo davanti, accanto, in questa casa, questo tempio, che è il nostro cuore.
Deve essere un luogo adatto, pulito per accogliere un Ospite così importante, così grande, onnipotente. Un Ospite che non guarda a chi Lo accoglie, ma a come Lo accoglie, non guarda se è bello, se è brutto, se è ricco, se è povero, ma come lo accoglie nel cuore. È qualcosa che è possibile ad ognuno di noi, ma per poterlo fare, dobbiamo avere il cuore pulito, essere in preghiera con Lui, non avere il cuore, come dice Gesù come un “covo di ladri” .
I ladri rubano, portano via ciò che è di altri e quando noi ci comportiamo in maniera egoistica, quando portiamo rancore, quando siamo arroganti, noi portiamo via qualcosa all’altro, portiamo via il sorriso, gli portiamo via la pace, gli portiamo via la gioia, a volte anche la vita; basta poco per far del male a una persona, per ferirla.
“ogni giorno insegnava nel Tempio”, ogni giorno noi abbiamo la possibilità di accogliere nel nostro cuore la Sua parola, i Suoi insegnamenti, ogni giorno Lui parla al nostro cuore, ma è solo un ascolto superficiale, o resta dentro di noi al punto di avvolgere i nostri pensieri, le nostre parole, i nostri gesti, della Sua pace, della Sua carità, del Suo amore? Noi siamo parte di quel popolo, di quella gente che pende dalle Sue labbra nell’ascoltarLo, nel guardare l’amore che esprime da quella croce o siamo come gli scribi e i farisei ipocriti che vogliono farLo morire?
Oggi ricordiamo la presentazione al Tempio di Maria, la Madre, che ha concepito, ha tenuto nel Suo grembo Cristo, ma anche noi, ogni giorno, possiamo concepirLo quando diamo vita a Lui attraverso ciò che noi facciamo ai nostri fratelli. Vogliamo farLo morire? O vogliamo farLo vivere ogni giorno attraverso i nostri gesti, i nostri sguardi, le nostre parole?
Chiediamo aiuto a Maria di esserci vicino, di aiutarci ad essere com’era Lei, umile, innamorata del Suo Dio, disponibile, serva. Imparare da Lei a dire: “Sì, Signore, sia fatta la Tua volontà perché so che per me è la cosa migliore, la cosa che mi darà, più di ogni altra cosa, ciò che riempirà il mio cuore di gioia”
Impariamo da Maria l’umiltà, la mitezza, l’obbedienza, la povertà, per avere nel cuore la pace che solo Cristo ci può dare se noi l’accogliamo ogni giorno, se ogni giorno Lo teniamo vivo e non tramiamo di ucciderLo come i farisei ipocriti. 

Un caro abbraccio.