Il
Rosario, proprio a partire dall'esperienza di Maria è una preghiera
spiccatamente contemplativa.
Privato di questa dimensione, ne uscirebbe
snaturato, come sottolineava Paolo VI: “Senza contemplazione, il Rosario è
corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di
formule. Per sua natura la recita del rosario esige un ritmo tranquillo e quasi
un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei misteri
della vita del Signore, visti attraverso il cuore di Colei che al Signore fu
più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze”
(tratto da 5 minuti con Dio di Giovanni Paolo II)