lunedì 14 luglio 2014

La farina alle porte del monastero

tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno 

Una grande carestia era sopravvenuta in quei tempi nelle regioni della Campania e la grande penuria di alimenti metteva un po' tutti in strettezze.

Anche nel monastero di Benedetto il grano era finito: i pani erano già stati quasi tutti consumati, tanto che un giorno allora della refezione non più di cinque ne furon trovati.

Il venerabile Padre osservò i volti non troppo sereni e volle correggere con dolce rimprovero il loro scoraggiamento e in più, a loro sollievo, aggiunse una promessa: "Ma perché ve la state a prendere tanto per la scarsezza del pane? Oggi, è vero, ce n'è poco: ma domani vedrete quanta abbondanza ne avremo!".

Il giorno seguente si trovarono davanti alla porta del monastero duecento sacchi di farina e fino ad oggi rimane ancora da sapere a quali misteriose persone l'onnipotente Dio abbia dato l'incarico di portarli.

I fratelli resero infinite grazie al Signore e dopo quella prova impararono a non dubitare mai più della Provvidenza neanche nei tempi di strettezze.

Pietro: ti faccio una domanda: dobbiamo pensare che il servo di Dio aveva di continuo il dono della profezia, oppure veniva illuminato solo ad intervalli di tempo?

Gregorio: lo penso, Pietro, che lo spirito di profezia non illumina in modo continuo la mente dei profeti. E' scritto che lo Spirito Santo "spira dove vuole"; così deve anche ammettersi che spira quando vuole. Questa è la ragione per cui Natan, interrogato dal re se gli era permesso di costruire il tempio, prima assentì e poi lo proibì. Così pure, anche per Eliseo quando vide la donna che piangeva e non conoscendone i motivi, disse al servo che voleva allontanarla: "Lasciala stare, perché si vede che ha una grande pena, ma non so quali ne siano le cause perché il Signore non me le ha rivelate". Se Dio dispone così, lo fa per misericordiosa provvidenza, perché ora concedendo e ora sottraendo il dono della profezia, eleva e allo stesso tempo custodisce le anime dei profeti, così che quando ricevono il dono percepiscano quello che Dio opera in loro, e quando vengono privati del carisma conoscano quanto valgono da se stessi.

Pietro: Le tue ragioni mi convincono che deve essere proprio così. Riprendiamo di nuovo i racconti del Padre Benedetto, se ancora ne hai in mente qualche altro.