lunedì 30 giugno 2014

La comunione con, Dio dono e collaborazione prima parte

Padre Fabio Pistillo, con noi in occasione della festa di San Giovanni Battista
di Padre Fabio Pistillo ocd

È ancora attuale l’appello del beato Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte, sull’urgenza di porre a fondamento della vita cristiana la santità. Ogni battezzato è chiamato alla santità, alla comunione con Dio. Questa misura alta della vita cristiana, a cui invita Giovanni Paolo II, è una libera e gratuita iniziativa divina che vuole rendere partecipe la creatura della comunione di vita che c’è tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’essere chiamati alla santità è il dono primo di Dio alla sua creatura, “ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità” (Ef 1,4). Nella lettera ai Romani San Paolo precisa il senso di questa chiamata: “Essere conformi all’immagine del Figlio suo“ (cf. Rm 8,29). E’ in Cristo che siamo stati voluti, amati e creati da Dio, ed è solo in Cristo la nostra realizzazione. La misura alta della vita cristiana è Cristo; di conseguenza la persona  scopre il suo mistero solo in unione a Cristo: “Nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell'uomo... perché solo con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo” (GS 22). Nel battesimo viene donata alla creatura la vita di Cristo,  “morti al peccato ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Rm 6,11); si tratta di “una nuova esistenza, apparteniamo a Dio, siamo immersi in Dio stesso” (Benedetto XVI, catechesi del 18-6-2012). La trasformazione battesimale segna la nostra incorporazione a Cristo (Cf. Rm 6,5), e determina il nostro essere “nuova creatura” in Cristo, in unione con Lui.

Non dobbiamo mai dimenticare che è nella natura del dono il far crescere, accade così anche a livello biologico, un bambino cresce sempre. La crescita o il cammino cristiano, quale sviluppo del dono battesimale, si chiama santità. Essere cristiani vuol dire crescere secondo tutte le potenzialità della nuova vita, il che significa avanzare in una necessaria e progressiva conformazione a Cristo, o trasformazione nell’immagine del Figlio di Dio secondo l’azione dello Spirito Santo (cf. 2 Cor 3,18). Con un’espressione molto cara al Carmelo il Papa Benedetto diceva all’inizio del suo pontificato: «Solo in quest’amicizia - con Cristo - si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera».

L'esperienza del mistero di Gesù, della sua amicizia, bellezza e salvezza, è al centro dell’esperienza di Santa Teresa di Gesù. È chiaro che la preghiera rimane il messaggio centrale della Santa, il suo carisma nella Chiesa; ma bisogna ricordarsi che la preghiera è prima di tutto l’amicizia con Cristo, che riguarda tutta la vita e che, per questo, la vita di preghiera significa insieme comunione di vita con Lui e cammino di conformazione all’Amico, diventare della sua stessa condizione (cf. Vita 8,5). Nelle quinte dimore lo afferma con l’esempio della sposa del Cantico dei Cantici biblico: “Mi condusse nella cella vinaria... noi per quanto facciamo non possiamo entrare, il Signore ci deve far entrare ed entrare Lui nel centro della nostra anima” (5M 1,12). Li la persona è trasformata e conformata a Cristo perché partecipa alla sua Resurrezione; Teresa pensa agli incontri degli apostoli con il Risorto. (continua ...) 

 --------------------------

A volte non riesco a scrivere il blog a causa di impedimenti, ma non mi dimentico di voi nelle mie preghiere, cari amici che sempre condividete con noi, pensieri, riflessioni, meditazioni. 

Aspetto anche vostre riflessioni o articoli per la nuova rubrica.

Un grandissimo abbraccio.

Se volete potete inviare richieste di preghiere per le vostre intenzioni, vi ricordiamo nelle preghiere delle lodi e dei vespri.