di Padre Fabio Pistillo ocd
È
ancora attuale l’appello del beato Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica Novo
millennio ineunte, sull’urgenza di porre a fondamento della vita cristiana
la santità. Ogni battezzato è chiamato alla santità, alla comunione con Dio.
Questa misura alta della vita cristiana, a cui invita Giovanni Paolo II, è una libera
e gratuita iniziativa divina che vuole rendere partecipe la creatura della
comunione di vita che c’è tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. L’essere
chiamati alla santità è il dono primo di Dio alla sua creatura, “ci ha scelti
prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui
nella carità” (Ef 1,4). Nella lettera ai Romani San Paolo precisa il senso di
questa chiamata: “Essere conformi all’immagine del Figlio suo“ (cf. Rm 8,29).
E’ in Cristo che siamo stati voluti, amati e creati da Dio, ed è solo in Cristo
la nostra realizzazione. La misura alta della vita cristiana è Cristo; di
conseguenza la persona scopre il suo
mistero solo in unione a Cristo: “Nel mistero del Verbo incarnato trova vera
luce il mistero dell'uomo... perché solo con l'incarnazione il Figlio di
Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo” (GS 22). Nel battesimo viene
donata alla creatura la vita di Cristo,
“morti al peccato ma viventi per Dio, in Cristo Gesù” (Rm 6,11);
si tratta di “una nuova esistenza, apparteniamo a Dio, siamo immersi in Dio
stesso” (Benedetto XVI, catechesi del 18-6-2012). La trasformazione battesimale
segna la nostra incorporazione a Cristo (Cf. Rm 6,5), e determina il nostro
essere “nuova creatura” in Cristo, in unione con Lui.
Non
dobbiamo mai dimenticare che è nella natura del dono il far crescere, accade
così anche a livello biologico, un bambino cresce sempre. La crescita o il
cammino cristiano, quale sviluppo del dono battesimale, si chiama santità.
Essere cristiani vuol dire crescere secondo tutte le potenzialità della nuova
vita, il che significa avanzare in una necessaria e progressiva conformazione a
Cristo, o trasformazione nell’immagine del Figlio di Dio secondo l’azione dello
Spirito Santo (cf. 2 Cor 3,18). Con un’espressione molto cara al Carmelo il
Papa Benedetto diceva all’inizio del suo pontificato: «Solo in
quest’amicizia - con Cristo - si spalancano le porte della vita. Solo in
quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione
umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che
libera».
L'esperienza
del mistero di Gesù, della sua amicizia, bellezza e salvezza, è al centro
dell’esperienza di Santa Teresa di Gesù. È chiaro che la preghiera rimane il
messaggio centrale della Santa, il suo carisma nella Chiesa; ma bisogna
ricordarsi che la preghiera è prima di tutto l’amicizia con Cristo, che
riguarda tutta la vita e che, per questo, la vita di preghiera significa
insieme comunione di vita con Lui e cammino di conformazione all’Amico, diventare
della sua stessa condizione (cf. Vita 8,5). Nelle quinte dimore lo afferma
con l’esempio della sposa del Cantico dei Cantici biblico: “Mi condusse
nella cella vinaria... noi per quanto facciamo non possiamo entrare, il Signore
ci deve far entrare ed entrare Lui nel centro della nostra anima” (5M
1,12). Li la persona è trasformata e conformata a Cristo perché partecipa alla
sua Resurrezione; Teresa pensa agli incontri degli apostoli con il
Risorto. (continua ...)
--------------------------
A volte non riesco a scrivere il blog a causa di impedimenti, ma non mi dimentico di voi nelle mie preghiere, cari amici che sempre condividete con noi, pensieri, riflessioni, meditazioni.
Aspetto anche vostre riflessioni o articoli per la nuova rubrica.
Un grandissimo abbraccio.
Se volete potete inviare richieste di preghiere per le vostre intenzioni, vi ricordiamo nelle preghiere delle lodi e dei vespri.