giovedì 1 maggio 2014

San Giuseppe lavoratore



Nella preghiera finale delle Lodi del 1 maggio  si legge: “O Dio che nella Tua provvidenza hai chiamato l’uomo a cooperare con il lavoro al disegno della creazione, fa che per l’intercessione e l’esempio di san Giuseppe, siamo fedeli alle responsabilità che ci affidi e riceviamo la ricompensa che ci prometti”. 


Ognuno di noi è chiamato a delle responsabilità: davanti a Dio, davanti ai propri fratelli, ma in modo particolare per la propria anima. Gesù nel Vangelo dice: “guardano e non vedono, non ascoltano perché sono duri di orecchi, perché hanno chiuso il cuore”. Quando noi siamo duri d’orecchi o meglio, quando non ascoltiamo, non facciamo entrare in noi la Parola di Gesù, il Vangelo. Quando non vediamo gli inviti che ci fa ogni giorno per camminare sulla Sua strada, quando noi chiudiamo gli occhi davanti ai nostri fratelli, davanti alle situazioni della vita, che ci chiedono ascolto, comprensione, misericordia, perdono, noi in quel momento non siamo fedeli alle responsabilità che Dio ci ha affidato.


Cristo ci porta, attraverso il Vangelo il volere di Dio, del Padre: amare i nemici, essere attenti ai poveri, ai bisognosi e non sono poveri e bisognosi solo quelli che hanno la necessità di mangiare, ma sono povere e  bisognose anche quelle persone che sono vuote, quelle persone che non hanno amore nel cuore, ma hanno odio, hanno rancore e hanno indifferenza. E noi abbiamo questo compito, come cristiani, come battezzati, di togliere da noi tutte queste cose che sono veleni, ma di essere anche portatori di questa parola, essere missionari, di non avere vergogna di portare la parola del Signore, altrimenti non cooperiamo con il nostro impegno al disegno di Dio.


Giuseppe è un grandissimo esempio di questo, lui è andato controcorrente fin dall’inizio: con Maria, sua promessa sposa che avrebbe potuto rinnegare e far uccidere per adulterio, ma ha capito, aveva il cuore aperto, le orecchie aperte, gli occhi aperti a Dio e ha compreso il volere del Padre. Poi gli viene chiesto di fuggire in Egitto, e lui sente, capisce, e obbedisce per salvare Gesù, il Figlio di Dio. Non si ferma a guardare i disagi che potrebbe incontrare.


Anche noi dobbiamo fare come Giuseppe, avere il cuore e le orecchie aperte, per ascoltare e vedere quello che ci chiede Dio ogni giorno, per salvare Suo Figlio, il nome di Gesù, e salvando il nome di Gesù noi aiutiamo anche i nostri fratelli a salvarsi, ma prima dobbiamo capirlo noi, dobbiamo avere noi gli occhi aperti, e noi le orecchie aperte, camminare sulla strada indicata da Gesù per la salvezza della nostra anima.


Allora, Ti chiediamo Signore, aiutaci ad essere come Giuseppe: umili, semplici, attenti, amorosi, degni di fiducia, perché possiamo compiere ogni giorno ciò che Tu ci chiedi, Signore: essere missionari. Ogni cristiano è chiamato ad essere missionario e profeta, cioè portatore della parola di Dio. Aiutaci a superare le nostre paure, Signore, e a comprendere l’importanza della salvezza dell’anima che è per l’eternità. Fa che san Giuseppe ci sia vicino, ci sia di esempio, ci sia di sostegno e fa anche che comprendiamo i passi giusti da compiere nella nostra vita. Giuseppe ha sentito e ha capito cosa fare, i passi giusti da intraprendere, perché aveva gli occhi aperti, le orecchie aperte, il cuore aperto, e anche a noi, ad ognuno di noi, Tu indichi la strada e il percorso da fare, ma noi abbiamo paura, Signore, di sentire la Tua voce, perché abbiamo paura di perdere qualcosa e invece, è non ascoltandoTi che perdiamo; perché se Giuseppe non avesse ascoltato: Maria sarebbe morta e non avremmo avuto Gesù, e se non avesse ascoltato l’angelo che gli chiedeva di fuggire in Egitto, non avremmo avuto Gesù. Signore, fa che noi ascoltiamo per avere sempre Gesù nel nostro cuore e farLo conoscere anche al cuore di altri. 

Sia lodato Gesù Cristo.