Nella preghiera finale delle Lodi
del 1 maggio si legge: “O Dio che nella
Tua provvidenza hai chiamato l’uomo a cooperare con il lavoro al disegno della creazione, fa che per l’intercessione
e l’esempio di san Giuseppe, siamo
fedeli alle responsabilità che ci affidi e riceviamo la ricompensa che ci
prometti”.
Ognuno di noi è chiamato a delle
responsabilità: davanti a Dio, davanti ai propri fratelli, ma in modo
particolare per la propria anima. Gesù nel Vangelo dice: “guardano e non
vedono, non ascoltano perché sono duri di orecchi, perché hanno chiuso il
cuore”. Quando noi siamo duri d’orecchi o meglio, quando non ascoltiamo, non
facciamo entrare in noi la Parola di Gesù, il Vangelo. Quando non vediamo gli
inviti che ci fa ogni giorno per camminare sulla Sua strada, quando noi
chiudiamo gli occhi davanti ai nostri fratelli, davanti alle situazioni della
vita, che ci chiedono ascolto, comprensione, misericordia, perdono, noi in quel
momento non siamo fedeli alle responsabilità che Dio ci ha affidato.
Cristo ci porta, attraverso il Vangelo
il volere di Dio, del Padre: amare i nemici, essere attenti ai poveri, ai
bisognosi e non sono poveri e bisognosi solo quelli che hanno la necessità di
mangiare, ma sono povere e bisognose anche
quelle persone che sono vuote, quelle persone che non hanno amore nel cuore, ma
hanno odio, hanno rancore e hanno indifferenza. E noi abbiamo questo compito,
come cristiani, come battezzati, di togliere da noi tutte queste cose che sono
veleni, ma di essere anche portatori di questa parola, essere missionari, di
non avere vergogna di portare la parola del Signore, altrimenti non cooperiamo
con il nostro impegno al disegno di Dio.
Giuseppe è un grandissimo esempio
di questo, lui è andato controcorrente fin dall’inizio: con Maria, sua promessa
sposa che avrebbe potuto rinnegare e far uccidere per adulterio, ma ha capito,
aveva il cuore aperto, le orecchie aperte, gli occhi aperti a Dio e ha compreso
il volere del Padre. Poi gli viene chiesto di fuggire in Egitto, e lui sente,
capisce, e obbedisce per salvare Gesù, il Figlio di Dio. Non si ferma a
guardare i disagi che potrebbe incontrare.
Anche noi dobbiamo fare come Giuseppe, avere il cuore e le orecchie aperte, per ascoltare e vedere quello
che ci chiede Dio ogni giorno, per salvare Suo Figlio, il nome di Gesù, e
salvando il nome di Gesù noi aiutiamo anche i nostri fratelli a salvarsi, ma
prima dobbiamo capirlo noi, dobbiamo avere noi gli occhi aperti, e noi le
orecchie aperte, camminare sulla strada indicata da Gesù per la salvezza della
nostra anima.
Allora, Ti chiediamo Signore, aiutaci
ad essere come Giuseppe: umili, semplici, attenti, amorosi, degni di fiducia,
perché possiamo compiere ogni giorno ciò che Tu ci chiedi, Signore: essere
missionari. Ogni cristiano è chiamato ad essere missionario e profeta, cioè
portatore della parola di Dio. Aiutaci a superare le nostre paure, Signore, e a
comprendere l’importanza della salvezza dell’anima che è per l’eternità. Fa che
san Giuseppe ci sia vicino, ci sia di esempio, ci sia di sostegno e fa anche
che comprendiamo i passi giusti da compiere nella nostra vita. Giuseppe ha
sentito e ha capito cosa fare, i passi giusti da intraprendere, perché aveva
gli occhi aperti, le orecchie aperte, il cuore aperto, e anche a noi, ad ognuno
di noi, Tu indichi la strada e il percorso da fare, ma noi abbiamo paura,
Signore, di sentire la Tua voce, perché abbiamo paura di perdere qualcosa e
invece, è non ascoltandoTi che perdiamo;
perché se Giuseppe non avesse ascoltato: Maria sarebbe morta e non avremmo
avuto Gesù, e se non avesse ascoltato l’angelo che gli chiedeva di fuggire in
Egitto, non avremmo avuto Gesù. Signore, fa che noi ascoltiamo per
avere sempre Gesù nel nostro cuore e farLo conoscere anche al cuore di altri.
Sia lodato Gesù Cristo.