venerdì 2 maggio 2014

Moltiplicazione dei pani e dei pesci

                           Bartolomeo Letterini (Venezia 1699/1745)

"In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo." (Gv. 6,1-15)

Questa pagina del Vangelo, oggi porta ad ognuno di noi un invito, l’invito all’attenzione all’altro, alle situazioni di povertà, all’attenzione dei bisogni dell’altro, che a volte non sono la povertà, ma come abbiamo visto anche ieri, il vuoto nel cuore, l’odio, i rancori.
Allora noi, come Gesù dobbiamo darci da fare e dobbiamo moltiplicare i nostri gesti, i nostri sorrisi, il nostro amore perché Gesù è riuscito a moltiplicare questi pani e questi pesci perché ha trovato la disponibilità, la disponibilità di chi ha messo a disposizione ciò che aveva. 

Se ognuno di noi mette a disposizione ciò che può offrire: tempo, cibo, denaro, capacità e uniamo le nostre forze, spinti dall‘amore per Gesù, avviene il miracolo, come se il Signore moltiplicasse ciò che è stato donato, per far sì che più persone possano ricevere doni.

Se guardiamo ai nostri progetti: “Casa Veronica”, “Non solo pane”, quante persone aiutiamo! Ma aiutiamo queste persone grazie anche all’aiuto di chi porta a noi ciò che può, chi porta cibo, chi da offerte e questo cibo e queste offerte, moltiplicato dall’amore, moltiplicato dal nostro impegno di ogni giorno, ci permette di aiutare e sfamare tante persone.

E poi un’altra cosa ci insegna Gesù, “sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, Lui da solo”, quando noi facciamo qualcosa di buono per gli altri, non dobbiamo vantarci, non dobbiamo sentirci “re”, ma come dice Gesù: “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: «Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare»”(Lc. 17,10), cosa avete fatto se non ciò che era giusto? 

Ti chiediamo, Signore Gesù, aiutaci a capire, a capire cosa possiamo fare per il Tuo disegno. Che aiuto possiamo dare ai nostri fratelli bisognosi: chi di ascolto, chi di una parola di conforto, chi del pane, chi dell’accoglienza, aiutaci a capirlo, ma aiutaci anche a compierlo con tanto amore, carità e anche umiltà, perché chi compie opere solo per avere la lode e l’ammirazione dagli uomini, perde la ricompensa davanti a Dio, ma chi svolge opere per amore riceve la ricompensa da Dio: la pace, l’amore e la gioia che Lui solo ci può dare.

Un caro saluto a tutti voi che sempre ci seguite con affetto