La Quaresima inizia il mercoledì delle ceneri, è un tempo speciale di preparazione alla Pasqua e invita tutti noi fedeli ad imitare Gesù, nel periodo di quaranta giorni vissuti nel deserto prima di iniziare la sua predicazione. È un tempo di preghiera, meditazione, carità, digiuno, ci aiuta a ricordare le sofferenze di Cristo, la sua passione e morte, per celebrare con Lui la Pasqua nella gioia della resurrezione.
Elemosina dal greco eleemosyne che significa misericordia,
compassione non può dunque significare solo il dono di beni, sarebbe filantropia,
non è questo che ci chiede Gesù, l’elemosina deve essere accompagnata dal
desiderio di prendersi cura dell’altro, prendersi un impegno per migliorare le
condizioni di chi è nella necessità, non è un gesto formale per sentirci uomini
giusti davanti a Dio e agli altri.
“Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo:
da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per
mezzo della sua povertà.” (2 Cor. 8,9), Cristo esempio di noi cristiani (è per
questo che ci chiamiamo così) nel suo grande amore e misericordia ha donato
tutto a noi anche la sua stessa vita.
E noi abbiamo timore, facciamo i conti se è vantaggioso o no
fare l’elemosina, ci chiediamo chissà quale uso ne verrà fatto, chiudiamo gli
occhi di fronte alla povertà, tanto ci penserà qualcun altro? E no questo un
cristiano non lo può fare. L’elemosina è uno dei tre pilastri, assieme alla
preghiera e al digiuno, della vita in Cristo.
Se facciamo l’elemosina e le opere di carità solo per avere
lodi dagli uomini non gusteremo la ricompensa del Padre che è portatrice di
gioia e di pace, ma riempiremo il nostro cuore di orgoglio e superbia.
Se non preghiamo chiusi nella nostra stanza, il cuore, ma
solo per mostrare agli altri che siamo fervidi nella preghiera quale ricompensa
avremo? La preghiera è un dono, è essere cuore a cuore con Dio e questo porta
forza e consolazione, ma se la preghiera rimane solo un gesto esteriore per
farci vedere dagli altri, non è un “colloquio intimo con Dio”, il nostro cuore
non ne sarà ricompensato.
Il Signore, la Chiesa, ci invita al digiuno, come lo viviamo,
come un’imposizione, solo per obbedienza, o ne abbiamo compreso il significato.
“Sta scritto: Non di solo pane vivrà
l’uomo” risponde Gesù all’invito del demonio di trasformare le pietre in
pane. Gesù risponde alle tentazioni con la parola del Padre e invita anche noi
a fare questo. Ogni giorno noi possiamo
attingere alla parola di Dio per avere le risposte giuste contro le tentazioni.
Santa Ildegarda di Bingen
scriveva che il digiuno è pericoloso per i superbi, perché come dice
Gesù il mettere in mostra questa scelta a che serve, ha già perso il suo vero
senso.
Il digiuno è praticato da secoli, leggiamo dell’importanza
del digiuno anche nell’antico testamento, ma ritroviamo questa pratica in tutte
le religione sia quelle monoteiste che politeiste, praticano il digiuno i mussulmani,
gli induisti, i buddisti. A differenza della religione cattolica, riguardo la
pratica del digiuno,della preghiera e della meditazione, altre religioni hanno
regole molto più severe e rigorose. La
nostra Chiesa, nell’amore del Padre, ha messo delle norme a riguardo, ma lascia
la libertà alla coscienza del credente, libertà che viene spesso deviata e si
trasforma in assoluta indifferenza.
Il digiuno è un gesto d’amore, verso Cristo, verso il Padre,
verso i fratelli, verso di noi. In una società che è attenta all’avere più che
all’essere, nel digiuno, unito alla preghiera e alla meditazione della Parola,
noi ci stacchiamo dalla fame e dalla sete per ciò che è di questo mondo per
sentirci affamati di Cristo e assetati della Sua parola. Quindi il digiuno non è
da considerarsi solo riferito al cibo, ma di ogni cosa che ci allontana da Dio,
sentimenti sbagliati, comportamenti di non rispetto dell’altro, l’indifferenza…
Il digiuno ci aiuta a comprendere quanto ci sazia stare un
po’ con Lui, e desiderare che possa accompagnarci in ogni momento della nostra vita.
Chi non è in grado di digiunare, di rinunciare a qualcosa di
questo mondo, chi si lascia andare agli eccessi o alle dipendenze, non è in
grado nemmeno di allontanare le tentazioni, perché la sua volontà è fragile e
non ha la forza di allontanarsi dal peccato.
Allora iniziamo la Quaresima impegnandoci seriamente a
guardare nel nostro cuore: cosa c’è Signore che non piace a Te e se non piace a Te significa che fa male a me, sostienimi nel vivere bene il digiuno, la
preghiera, l’elemosina, la carità perché questo possa aiutarmi ad essere forte
e vigile e festeggiare insieme a Te la resurrezione.