giovedì 20 febbraio 2014

Se fate favoritismi personali commettete un peccato

"Fratelli miei, la vostra fede nel Signore nostro Gesù Cristo, Signore della gloria, sia immune da favoritismi personali. Supponiamo che, in una delle vostre riunioni, entri qualcuno con un anello d’oro al dito, vestito lussuosamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto i poveri agli occhi del mondo, che sono ricchi nella fede ed eredi del Regno, promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disonorato il povero! Non sono forse i ricchi che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono loro che bestemmiano il bel nome che è stato invocato sopra di voi? Certo, se adempite quella che, secondo la Scrittura, è la legge regale: «Amerai il prossimo tuo come te stesso», fate bene. Ma se fate favoritismi personali, commettete un peccato e siete accusati dalla Legge come trasgressori." (Gc. 2,1-9)

Giacomo in questo passaggio, della sua lettera al capitolo 2, esprime chiaramente che il cristiano deve essere immune dai favoritismi, non può avere un comportamento diverso con le persone a seconda della loro ricchezza. Ci invita a non accogliere solo le persone ricche, magari per avere qualcosa in cambio, cosa che i poveri non possono fare.

Chi è povero agli occhi del mondo, la persona umile che è lontana dagli attaccamenti alle cose di questo mondo, alla vanità, alla ricchezza, al potere, è ricco nella fede, nella carità, ed erede del Regno i Dio. 

Dice Gesù: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch'essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti» (Lc. 14,12-14), ci insegna a non dare per avere, ma a dare incondizionatamente, gratuitamente, nell'amore, nella carità.

Il Signore chiede ad ognuno di noi di essere nel mondo e portare luce con la nostra fede, non di andare nel mondo e far sì che qualcosa ci resti attaccato, quei tesori del mondo che sono lacci che impediscono di entrare nel Regno di Dio.

Chiediamo al Signore di aiutarci a vivere la carità, l'umiltà e l'obbedienza alla Sua parola.

Accogli, Signore misericordioso, la nostra lode della sera: fa' che il nostro cuore non si stanchi mai di meditare la tua legge, perché otteniamo il premio promesso ai suoi fedeli nella vita eterna. 

Che la gioia e la pace del Signore sia sempre nei vostri cuori.