Inizia oggi questo “blog” che mi
permetterà di condividere con voi dei semplici pensieri, riflessioni,
meditazioni e non poteva esserci migliore principio della riflessione sul
Vangelo odierno (Lc. 1,67-69) che riporta il Benedictus, o meglio il Cantico che
Zaccaria, padre di Giovanni Battista, esclamò, colmo di Spirito Santo, lodando
e benedicendo il Signore in ringraziamento per la nascita di questo suo
speciale figlio, questo miracolo.
Ognuno di noi è chiamato ad
evangelizzare, a indicare il Sole che sorge dall’alto, Gesù Cristo, che con la Sua parola, con la Sua vita ha portato luce
in noi, quella luce che ci toglie dalle tenebre del peccato, dalla morte
interiore dell’anima, è un Sole di giustizia perché ci insegna ciò che è buono
e ciò che non lo è e questo ci porta alla vita. Ma noi lo vediamo davvero così,
Gesù, come un sole che ci illumina, che ci scalda? E Dio, sentiamo il Suo
amore, la Sua misericordia, la Sua tenerezza?
Zaccaria dice di suo figlio “E
tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo perché andrai innanzi al
Signore a preparargli le strade” colui che riconoscerà il Messia e gli
preparerà la strada. È lui che esclamerà “Ecco l’agnello di Dio, colui che
toglie il peccato dal mondo!” e le folle
lo ascoltavano, lo amavano, la gente si fidava di lui, questa “voce che grida
nel deserto”, Giovanni è credibile perché staccato dal desiderio, dalla brama,
delle cose di questo mondo. Lui vive nella povertà, nell’obbedienza, nella
castità.
Ogni cristiano è invitato a
vivere i consigli evangelici, qualsiasi sia il suo stato di vita: la povertà,
che è il distacco dall’egoismo del solo per me, dall’indifferenza per spostarci
verso una visione più altruistica, vedere anche l’altro; la castità, che è la
purezza del cuore, dei pensieri, dei sentimenti, il rispetto del proprio corpo
e quello dell’altro perché è tempio di Dio; l’obbedienza alla Parola di Dio,
Signore questo tu mi insegni e io Ti ascolto, perché la Tua volontà è il bene
per me.
Così noi possiamo scaldare il nostro
cuore e, come Giovanni Battista, essere “voce” nell’autenticità della vita.
Domani è Natale, quale dono
vogliamo portare davanti al Festeggiato? Quale dono Signore desideri da me?
Una pianta di stelle di natale,
un mazzo di rose? O Vuoi sentire il profumo della mia anima che profuma d’amore,
di tenerezza, di misericordia, di pace, di purezza?
Allora Signore aiutami, aiutaci,
Ti prego, perché domani vogliamo accoglierti con il cuore colmo di vera gioia,
di riconoscenza, perché Tu ci hai
salvato la vita!
Auguri, auguri, auguri a voi con tutto il cuore