Che meraviglia, che amore si respira in questa festa!
Maria e Giuseppe: l’amore che è
rispetto, donazione, sacrificio; l’amore che non si ferma solo alla passione,
al piacere della carne, al fascino esteriore.
L’amore è condivisione, è avere
degli obiettivi insieme, gioire di ciò che si ha e non essere sempre tristi di ciò
che non si ha; l’amore non è possesso dell’altro, nell’amore non ci può essere l’aspettativa
che l’altro soddisfi sempre i propri capricci.
Quando due fidanzati, due sposi,
sono uniti dal vero amore, non sono chiusi nel “io e te, tu e io” si aprono al
volere del Signore, agli altri.
“Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome” (Lc. 1,49) queste meravigliose parole del Magnificat
esprimono lo stupore di Maria dinnanzi alla grandezza di Dio, ma il Signore può
esprimere la Sua onnipotenza solamente se noi glieLo permettiamo, se diamo a
Lui lo spazio nel nostro cuore, nella nostra vita.
E così, nella famiglia, se gli
sposi mettono da parte l’orgoglio, l’egoismo, i rancori e insieme aprono il
loro cuore al Signore diventano davvero la "Chiesa domestica", come leggiamo nei
documenti del Concilio Vaticano II, un punto di riferimento di fondamentale importanza, un esempio, non
solo per i propri figli, ma per tutta la comunità cristiana.
“Fratelli, scelti da Dio, santi e
amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di
mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni
gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come
il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose
rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto.
E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati
chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!”
(Col. 3,12-15)